Le preoccupazioni permangono tutte, ma il futuro ora si preannuncia un po' meno oscuro. È quanto accade a Sky Italia, in virtù dell'accordo raggiunto il 12 maggio fra il network e i sindacati, che fino al 31 dicembre 2024 permetterà di gestire in modo meno traumatico i 1.200 esuberi annunciati unilateralmente dalla direzione lo scorso marzo, frutto del combinato fra i 400 rimanenti del precedente piano e gli 800 di quello del nuovo piano di trasformazione 2023-2024.  

"Dopo una serrata trattativa durata quasi due mesi - affermano Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil -, a fronte di una complicata situazione aziendale, che ha fatto registrare un rosso di bilancio pari a 738 milioni nel 2022 e una contrazione dei ricavi a 2,1 miliardi, con una sostanziale difficoltà complessiva legata all'instabile quadro macroeconomico, abbiamo ritenuto dover ripercorrere la strada della contrattazione d'anticipo, intesa come strumento in grado di ridurre le ricadute dell'attuale congiuntura negativa".

Il nuovo piano di trasformazione

L'accordo sottoscritto si muove, non a caso, nell'alveo delle intese precedenti, e ne rappresenta nella sostanza una manutenzione, precisano i sindacati. Si permette, con l'utilizzo di tutti gli strumenti già usati in passato, di gestire per intero gli esuberi annunciati dal gruppo e di gettare le basi per assicurare la continuità dei perimetri aziendali e occupazionali, basati sui tre siti di Cagliari, Roma e Milano, anche per il futuro.

"Tutto questo - proseguono i sindacati - con la garanzia che il network si asterrà da azioni unilaterali e traumatiche fino al 31 dicembre 2024. Nella speranza che il combinato disposto degli investimenti messi in campo da Sky, dei processi di reinternalizzazione e della riqualificazione del personale, possano permettere un veloce ritorno alla redditività, l'unica chiave efficace per mettere veramente in sicurezza i perimetri anche per gli anni a venire. Un accordo, quindi, che dovrà accompagnare questa difficile fase di trasformazione e riorganizzazione, in cui la volontà di accettare le sfide da parte di ognuno è anche la chiave di volta per la riuscita dei suoi obiettivi strategici". 

La gestione degli esuberi

Uno dei punti-chiave dell'accordo è quello relativo alle uscite volontarie. Le parti, al fine di creare le condizioni per una gestione preventiva del nuovo piano di trasformazione, hanno concordato di definire una finestra per un numero pari a 250 uscite volontarie incentivate per il 2023 (con un importo fino a 40 mensilità aggiuntive), aperte a tutti i dipendenti Sky con contratto a tempo indeterminato. Questa finestra di uscita 2023 interesserà, in via prioritaria, gli appartenenti alle direzioni e alle strutture direttamente impattate dal piano di trasformazione, ma anche quelli non appartenenti alle direzioni e alle strutture non direttamente impattate. L'appartenenza alle aree impattate dal piano rappresenterà, però, un criterio prioritario di accettazione della domanda, insieme alle esigenze di carattere tecnico, organizzativo e produttivo che l'azienda applicherà per l'accettazione delle domande.

Come nei precedenti accordi, la mobilità interna, il reskilling/upskilling e le reinternalizzazioni di attività rappresentano uno dei cardini dell'intesa. Non a caso, già ora, la contrattazione di anticipo fra le parti ha permesso di recuperare 204 posizioni fra Cagliari (104) e Milano (100), già annunciate dall'azienda. Nella sostanza, si vogliono quindi utilizzare tutte le posizioni che si renderanno disponibili in seguito a dimissioni, uscite volontarie, nuovi progetti, oppure grazie alle iniziative di insourcing, per abbattere ulteriormente il numero degli impatti e avrà quale strumento principale il sistema di job posting in uso all'interno delle aziende.

Contenuto l'impatto sull'occupazione

Il percorso di mobilità interna e adesione ai job posting prevederà test di orientamento e di valutazione professionale per tutto il personale, impattato e non dal piano di trasformazione, gestito da una società esterna specializzata (Mercer). Scopo di questo percorso è favorire, attraverso i job posting, i processi di ricollocazione del personale con contratto a tempo indeterminato dipendente di Sky, con priorità per le persone appartenenti alle aree impattate. Per questo, l'azienda potrà escludere dalla selezione persone con posizioni non impattate dal piano di trasformazione, proprio per favorire questo processo di ricollocazione del personale in posizioni più critiche, anche se i singoli potranno verificare l'esito delle loro domande anche con l'ausilio delle organizzazioni sindacali.

Con l'obiettivo di facilitare l'adesione ai percorsi di mobilità interna, insourcing e reskilling, i sindacati hanno chiesto e ottenuto dall'azienda una serie di agevolazioni per il personale interessato, in primis di carattere economico, per le persone che decidano di aderire a trasferimenti volontari presso sedi diverse da quelle di propria assegnazione. Al netto del percorso di selezione per la copertura delle posizioni vacanti, ampiamente descritto e disciplinato dall'accordo, le tre sigle di categoria considerano questo capitolo dell'accordo centrale.

Stabilire che le posizioni rese disponibili con insourcing, sia quelle già identificate sia quelle che si determineranno in corso di piano, verranno prioritariamente offerte alle persone delle aziende addette ad attività impattate, ne è uno degli aspetti determinanti. Non a caso, l'accordo prevede un serrato percorso di verifiche, finalizzato a verificare prontamente che tutti - l'azienda per la sua parte, lavoratori e sindacato per la loro - rispettino quanto pattuito. Infine, l'accordo ribadisce l'impegno a sottoscrivere nuovi accordi per Sky per l'applicazione della isopensione anche per il 2023, nella sostanza in linea con gli accordi precedenti, tenendo conto del budget a disposizione e delle possibili opportunità derivanti da eventuali modifiche legislative sul tema.

La parola ai lavoratori

Come già sottolineato, l'intesa s'inserisce nel quadro degli accordi già sottoscritti da azienda e sindacato in Sky. Le parti confermano l'insieme di regole e strumenti in grado di conciliare le esigenze organizzative con azioni socialmente responsabili, finalizzate a contenere gli impatti sull'occupazione, evitando azioni unilaterali e traumatiche. Riconfermando, inoltre, l'attuale articolazione aziendale sui tre siti di Cagliari, Milano e Roma, e garantendo a ognuno la possibilità di partecipare ai percorsi di ricollocazione (senza però determinare bacini precostituiti di personale che si troverà dentro e fuori il percorso), si vogliono creare le condizioni per dare a ognuno la possibilità di poter arrivare alla fine del piano con degli strumenti in grado di affrontare le fasi successive.

La parola passa ora alle assemblee dei lavoratori in tutti i siti aziendali, che nei prossimi giorni dovranno approvare o meno l'accordo. "Ci corre l'obbligo - concludono i sindacati - d'illustrare a lavoratrici e lavoratori di Sky gli scenari possibili. Solo la piena riuscita di quanto previsto dall'accordo, ivi compresa una convinta adesione di tutti i dipendenti ai processi di riprofessionalizzazione, sarà una delle chiavi di volta per assicurare la presenza di Sky nel nostro Paese anche in futuro. Nonostante ciò, sarebbe eccessivamente ottimistico sostenere che la firma dell'accordo garantirà con certezza che nel 2025 tutto il perimetro sarà automaticamente al riparo. Troppe le incognite esterne che ancora si addensano sull'azienda, troppe le difficoltà che si moltiplicano nel quadro macro e microeconomico. Per tali ragioni, l'importanza della partecipazione al voto assume un valore centrale per la reale riuscita di questo percorso, nella convinzione che solo con un approccio del genere si potranno continuare a garantire risultati socialmente sostenibili".