L'ultima vittima sul lavoro è un camionista, Massimo Vido, 40 anni, dipendente dell'azienda Mossucca logistica e trasporti di San Nicola di Melfi, morto carbonizzato nel rogo del mezzo dopo aver urtato un pilone del sottopasso ferroviario a Jesi.

"La notizia - ha scritto in un comunicato di cordoglio la Filt Cgil lucana - va ad accrescere il tragico bilancio delle morti sul lavoro, mettendo in primo piano i problemi della sicurezza. Al netto delle cause al vaglio degli inquirenti, il dato drammatico è che il mondo dell'autotrasporto è un mondo poco sindacalizzato, dove la frammentarietà e l’atipicità della tipologia di lavoro rende difficile una trattativa multi-datoriale, non rendendo possibile una trattativa di secondo livello territoriale o settoriale.

Nonostante un progetto della Filt Cgil per sindacalizzare un settore molto complesso, persistono difficoltà dovute spesso alla diffidenza dei lavoratori ma anche alla difficoltà di organizzare incontri collettivi, vista la particolarità della tipologia di lavoro, che spinge alla solitudine dei lavoratori e alla vita in una cabina di camion. Serve una presa di coscienza da parte di tutti e un patto di sito delle principali aziende del settore, che ostacoli le logiche di appalti e sub appalti che abbassano il costo del lavoro lasciando come unica tutela dei lavoratori la legge 561/2006.

La Filt Cgil chiede pertanto una maggiore attenzione prima di tutto delle istituzioni e della prefettura affinché vigilino sulle aziende perché le logiche del profitto non prevalgano sugli standard di sicurezza spingendo gli autisti a superare i limiti imposti dalla legge su tempi di guida e di riposo. La Filt Cgil in proposito ha più volte segnalato tale problematiche e auspica che vengano affrontate in maniera cogente per evitare che tragedie dovute all'eccesso di stress degli autotrasporti possano ripetersi".