"Quando un governo fa un decreto, vuol dire che non intende discutere con nessuno e questo è un grande errore: non solo per una limitazione della democrazia, ma perché i cambiamenti li devi fare insieme alle persone che nella scuola vivono e lavorano e non contro di essi".  Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, a margine della manifestazione a piazza Santi Apostoli a Roma organizzata dai sindacati in occasione dello sciopero generale della scuola indetto per protestare contro alcune norme del Dl 36. Per il sindacalista, quella del governo è una vera e propria "supponenza".

Landini ha insistito anche su un altro punto: "La scuola è un elemento oggi strategico, non solo per quelli che ci lavorano ma come diritto da garantire a tutte le persone. È il momento di potenziare la scuola pubblica e di affrontare il fatto che siamo il paese che ha la dispersione scolastica più alta d'Europa, il paese che ha meno laureati, che ha grandissime diseguaglianze tra i territori e rispetto alla famiglia in cui si nasce". Quindi, "il diritto alla formazione e alla conoscenza è l'elemento centrale per combattere le diseguaglianze e la precarietà nel lavoro".

 


L'audio di Landini da piazza Santi Apostoli

Per queste ragioni, rimarca il leader della Cgil, "lo sciopero di oggi non riguarda solo i problemi dei lavoratori della scuola, che pure vanno affrontati", ma il fatto che investire nella scuola pubblica "deve diventare un elemento strategico del governo. A oggi non è così".

Quanto ai provvedimenti specifici, che riguardano in modo particolare formazione e reclutamento, "sono sbagliati perché non si interviene per decreto su materie che riguardano contrattazione e condizione di lavoro", temi sui quali "le persone che lavorano devo essere messe in grado di svolgere il loro ruolo". 

Infine, ma non per importanza, il tema salariale. "Quello degli aumenti delle retribuzioni è un tema generale: è chiaro a tutti che i salari nel nostro paese sono a un livello non più sopportabile: è venuto il momento di invertire questa tendenza a partire dai contratti e facendo un'operazione vera anche sulla riforma fiscale".