Il 13 novembre Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil della Campania, insieme ai lavoratori, saranno a Roma alla manifestazione nazionale indetta dalle rispettive categorie, con la partecipazione dei segretari nazionali di categoria e dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil contro le morti sul lavoro. Un appuntamento a sostegno dei temi legati alla sicurezza e agli infortuni mortali sui luoghi di lavoro. 

In Campania, dall'inizio dell'anno, sono state 91 le vittime sul lavoro secondo i dati forniti dall'Inail. Un dato che non si presta a cattive interpretazioni: è in atto una recrudescenza e un aumento esponenziale di morti e infortuni sul lavoro che va fermata quanto prima. Ancor più se si considera che nel computo dall'Inail, non sono compresi i decessi dei lavoratori autonomi né di quelli ormai in pensione, che sono tanti. Dagli agricoltori morti nel proprio terreno ai titolari di aziende o partite Iva.  I 91 morti in Campania sono così ripartiti: 6 lavoratori con meno di 30 anni, 27 nella fascia 31/50 anni, ben 54 nella fascia di età dai 51 ai 65 anni e 4 over 65. 86 uomini e 5 donne. 

"Cosa deve succedere ancora? Quante persone dovranno ancora morire per fare della sicurezza sui luoghi di lavoro l’impegno prioritario di ognuno di noi? L’edilizia - si legge in una nota di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil Campania - è il settore, insieme all’agricoltura, che fa registrare il maggior numero di morti, 17 e 15. Tante le assemblee sui luoghi di lavoro effettuate in questi giorni in preparazione della manifestazione e per condividere con i lavoratori le nuove norme del decreto emanato dal governo da cui è arrivata una prima positiva risposta: l’immediata sospensione dell’impresa che non osserva le norme sulla sicurezza con l’abbassamento dal 20 al 10% dei lavoratori in nero, l’assunzione immediata di ulteriori ispettori e tecnici della prevenzione, una campagna straordinaria di formazione e informazione anche con il coinvolgimento delle Regioni e l’istituzione della Banca dati Unica degli infortuni, sono proposte serie e condivisibili, ma insufficienti per contrastare efficacemente le morti sul lavoro.  

Occorre - sostengono i sindacati di categoria degli edili - l’introduzione della patente a punti per premiare le aziende più virtuose e, contemporaneamente, sanzionare quelle non rispettose delle norme, e l'applicazione è la diffusione di una maggiore cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro, con il coinvolgimento degli enti bilaterale del settore edile (CFS E CPT), nonché un maggiore coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza (RLS e RLST). E, ancora, chiediamo che venga introdotta una specifica aggravante nel codice penale, in caso di condanna dell’impresa, per infortunio mortale sul lavoro. E il riconoscimento, ai lavoratori edili, usurati ed esposti da troppo tempo sui cantieri, di una pensione anticipata favorendo un giusto riconoscimento a chi ha dato tanto e consentendo quel ricambio generazionale di cui il settore potrebbe avvalersi".