“Sosteniamo le giuste rivendicazioni degli operatori della sanità privata e del personale di Sanitaservice e dell’emergenza urgenza 118, in piazza con le nostre categorie per chiedere il rispetto degli impegni economici presi e il riconoscimento della premialità Covid. Queste lavoratrici e questi lavoratori, peraltro già in vana attesa da anni del rinnovo del contratto nazionale, hanno contribuito in modo determinante ad affrontare la crisi pandemica, pertanto chiediamo che si riprenda un confronto sulle politiche per la salute anche alla luce dell’evoluzione della campagna vaccinale e della diffusione del virus. Questa vertenza è parte di una più generale nei confronti della Regione, che sembra aver smarrito la necessità di affrontare i temi più importanti della comunità pugliese con la massima coesione, mentre siamo costretti ad assistere ad un modo di procedere fatto per lo più di iniziative personali dei singoli assessori, con annunci sulla stampa che non sempre hanno riscontro nella realtà, e un modo di concepire il confronto con le parti sociali piuttosto discontinuo”. È la dichiarazione dei segretari generali di Cgil Cisl Uil regionali – Pino Gesmundo, Antonio Castellucci, Franco Busto – a margine del sit-in promosso il 27 luglio davanti la sede della Presidenza regionale a Bari dalle sigle della Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpi.

“Intanto – proseguono i tre segretari generali – vorremmo che prima del rompete le righe ferragostano si tengano tavoli tematici che affrontino in tempo utile il tema fondamentale del rientro scolastico e dell’organizzazione dei servizi, a partire dai trasporti, per non doverci ritrovare nelle stesse condizioni di un anno fa. Allo stesso modo chiediamo che ripartano i tavoli sul welfare così come la cabina di regia che era stata avviata su lavoro e sviluppo. In quella sede vorremmo ascoltare dalla Regione quali proposte e quali obiettivi strategici intende perseguire e su quali interventi concreti sviluppare un confronto per l’uso delle risorse che potranno derivare dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e dalla nuova programmazione dei fondi di coesione. A quei tavoli noi porteremo le nostre proposte che, in linea con l’impegno della Commissione europea, devono vedere il lavoro, il buon lavoro, al centro di ogni progettualità”.

“Capita di vedere riproposte misure che, mentre potevano avere un senso nella fase acuta della pandemia, oggi hanno il vago sapore di scelte di carattere assistenzialistico verso il sistema delle imprese e che non vanno certo nella direzione della ripresa del nostro sistema produttivo. Riteniamo invece che ingenti risorse economiche, già in parte disponibili, siano indirizzate al sostegno di attività imprenditoriali che creino occupazione stabile e di qualità. Vogliamo segnalare al Presidente Emiliano e all’intera Giunta - proseguono Gesmundo, Castellucci e Busto – che non saremo disposti ad assolvere a un ruolo puramente notarile di decisioni che, secondo le regole europee, devono essere prima condivise con il partenariato economico sociale e che invece troppo spesso vengono affidate alla stampa come decisioni già assunte, salvo poi scoprire che mancano perfino le risorse economiche con cui far fronte alle tanto strombazzate scelte riguardanti, ad esempio, infrastrutture e politiche di sviluppo”.

“Il procrastinarsi di questo metodo vedrebbe costrette le organizzazioni sindacali pugliesi ad assumere tutte le iniziative necessarie per salvaguardare il ruolo del mondo del lavoro e dei cittadini pugliesi”.