Il racconto della giornata, a cura di Davide Colella

Secondo giorno di sciopero nel settore Logistica e Trasporto Merci. La protesta, indetta da Filt Cgil, Fit Cisl e UilT contro il taglio dei diritti dei lavoratori e per il rinnovo del Contratto nazionale.

In Liguria i presidi sono proseguiti tutta la notte.

Il racconto della prima giornata 

Già a metà della giornata di ieri l'adesione che si registrava era altissima, con punte, in alcune aziende, del 100%. 
E’ quanto ha riferito il segretario nazionale della Filt Cgil Michele De Rose sulla protesta indetta unitariamente a Fit Cisl e Uiltrasporti nel settore del trasporto delle merci, della logistica e delle spedizioni per la giornata di oggi e domani.

“Sono in corso - prosegue il dirigente nazionale della Filt Cgil - presidi in tutta Italia di fronte ai principali hub delle zone industriali, ai magazzini, agli interporti, ai varchi portuali ed alle prefetture. Tantissime le adesioni tra driver, come tra i camionisti, tra tutti gli addetti della logistica nei magazzini, tra gli impiegati dipendenti diretti e tra i dipendenti e i soci delle imprese cooperative. Tutti lavoratori che in questo periodo, segnato dalla pandemia, sono stati definiti essenziali. Oggi invece sono sostanzialmente arrabbiati visti gli enormi sacrifici che hanno dovuto compiere per continuare a garantire il flusso di merci, a partire da quelle essenziali".

"Per loro ora chiediamo - afferma infine De Rose - risposte salariali e normative adeguate ai lavori che svolgono ed un rinnovo che veda la firma del maggior numero di associazioni datoriali a difesa dell’unicità del contratto”.

Tania Scacchetti, segretaria confederale della Cgil nazionale, scrive in una nota: “Siamo accanto ai magazzinieri, ai camionisti, ai corrieri, a tutte le lavoratrici e ai lavoratori del settore della logistica, del trasporto delle merci e della spedizione che in queste ore stanno scioperando per i loro diritti, per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro. Una mobilitazione per rivendicare dignità del lavoro, nonostante i sacrifici dimostrati per garantire, anche in piena pandemia, il flusso di merci, a partire da quelle essenziali”. “Con lo sciopero iniziato quest’oggi, chiediamo alle associazioni datoriali di tornare a sedersi, quanto prima, intorno ad un tavolo e riprendere le trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, scaduto ormai da più di un anno”, 

“Il Contratto nazionale Logistica e Trasporto merci e Spedizioni – scrive la Cgil Toscana in una nota – interessa oltre un milione di lavoratori in Italia (decine di migliaia in Toscana), è scaduto da oltre 14 mesi, le trattative nel 2020 per il rinnovo sono state sospese a causa della pandemia. Il 2021 ha visto la ripresa del confronto fra sindacati e associazioni datoriali ma purtroppo dopo oltre due mesi di trattative le posizioni delle Controparti non sono cambiate”.

“Viene richiesto un taglio indiscriminato e irragionevole del costo del lavoro attraverso la riduzione dei diritti dei lavoratori quali la riduzione del pagamento della malattia, non pagamento delle festività cadenti di sabato e domenica, eliminazione della clausola sociale in caso di cambio di appalto, maggiori flessibilità per il personale viaggiante, regolamentazione del diritto di sciopero, utilizzo dello staff leasing (interinale a vita), queste sono solo alcune delle vergognose proposte ancora sul tavolo del confronto. A fronte della proposta sindacale, le controparti hanno ripresentato il taglio indiscriminato dei diritti e del salario dei lavoratori oltre a un’offerta economica indecorosa, e per questo i sindacati e i lavoratori si mobilitano con lo sciopero, che oggi coinvolgerà tutte le imprese dei settori per l’intera giornata e domani, sempre per l’intera giornata, solo quelle di autotrasporto”. Appuntamenti di protesta, presidi e sit-in in tutta Italia, regione per regione. 

E allora andiamo a vedere la mobilitazione sui territori.

In Toscana la mobilitazione è iniziata questa mattina alle 5 a Calenzano, provincia di Firenze, al deposito Eni. Nel corso della mattinata, dalle 10 alle 11, ci sarà un incontro stampa a Pratignone. E un altro presidio a Calenzano-Sesto Fiorentino. Previsti altri presìdi di oggi in regione: Scandicci, a Montopoli Valdarno, provincia di Pisa, e a Livorno.

 

A Roma presidio a Porta Pia. Le parole di Alessandro Antonelli, Filt Cgil Roma e Lazio.

 

 

 

Andiamo in Veneto. Previsti presidi in tutta la regione. Nella Zona industriale Vicenza Ovest; alla Geodis di Villamarzana, provincia di Rovigo; alla Brt Bartolini e alla Gls di Rovigo; alla Fedex di Marcon, provincia di Venezia; alla Prefettura di Verona; alla Sda e alla Fercam di Treviso; alla Fercam, alla Gls, al deposito – officina Automarocchi di Padova; alla Xpo – Dmo di Vescovana, provincia di Padova.

Le foto del presidio a Padova.

“Per il Veneto – dichiara Romeo Barutta, della segreteria regionale Filt Cgil Veneto - parliamo di un numero di addetti che si avvicina alle 100.000 unità. Sono 1.800 le imprese artigiane. In un anno si consegnano fino a 12.000.000 di pacchi. Il nostro territorio produce il 13% del Pil dell’intero settore nazionale, dietro solo alla Lombardia. Vengono attivati 35.000 contratti interinali all’anno, dal che si desume che oltre un terzo dei lavoratori subisce condizioni intollerabili di precarietà”.

“Si tratta – prosegue il sindacalista - di lavoratrici e lavoratori che, durante la fase pandemica, hanno rappresentato un elemento centrale per la tenuta della nostra società, garantendo tuttora la gestione, il trasporto e la consegna dei beni primari, a partire da quelli sanitari e alimentari”.

“Le controparti – conclude Barutta - non solo si rifiutano di adeguare il trattamento economico dei lavoratori, ma pretendono ulteriori tagli ai salari e la riduzione generalizzata dei diritti. Questa è solo la prima mobilitazione in programma. Se la trattativa non si sbloccherà, le proteste proseguiranno”.

La conferenza stampa regionale si terrà oggi, alla cittadella della logistica di Padova (Interporto), in via Inghilterra 16, alle 10.30.

In Umbria l’astensione dal lavoro sarà accompagnata da un’iniziativa di presidio, promossa dalla Filt Cgil che si svolgerà davanti alla sede della Sda a Corciano, provincia di Perugia, dalle ore 9 alle 11. 

 

 

 

In Campania, dove sono oltre 70 mila gli addetti coinvolti, convocato un presso la Prefettura di Napoli, dalle 10.30 alle 12,30.

"Uno sciopero - scrivono in una nota unitaria le categorie regionali - determinato dalle intransigenze aziendali emerse a seguito delle rivendicazioni e delle proposte di rinnovo economico avanzate da un settore che ha sempre garantito l’approvvigionamento di materiali e di beni durante la pandemia, e che tuttora garantisce la gestione, il trasporto e la consegna dei beni primari, in primis quelli sanitari e alimentari".

"Definiti essenziali dal MIT, ma con scarso riscontro e riconoscimento dalle parti datoriali che, sin dall’inizio, hanno eluso le richieste e, avanzato proposte inammissibili e inaccettabili di riforme normative quali: il taglio irragionevole e indiscriminato del costo del lavoro, la compressione dei diritti dei lavoratori come la riduzione del pagamento della malattia, il mancato riconoscimento economico delle festività cadenti nei giorni di sabato e domenica, l'eliminazione della clausola sociale in caso di cambio di appalto, una maggiore flessibilità per il personale viaggiante, la regolamentazione del diritto di sciopero, l’utilizzo dello staff leasing con ricorso massivo ai rapporti interinali".

Tanti gli appuntamenti di protesta anche in Friuli Venezia Giulia. «Sarà solo l’inizio di una lunga serie di mobilitazioni e proteste ­– spiegano i segretari regionali Valentino Lorelli (Filt-Cgil), Antonio Pittelli (Fit-Cisl) e Michele Cipriani (Uiltrasporti) – se le associazioni di categoria non manifesteranno una concreta apertura verso le rivendicazioni in primis economiche avanzate dai sindacati, che chiedono il giusto riconoscimento del grande impegno prestato dai lavoratori in questa lunga fase di emergenza Covid. Un impegno decisivo per la tenuta del settore, chiamato a uno sforzo straordinario per garantire la tempestività degli approvvigionamenti alimentari, supportare il manifatturiero e soprattutto la continua crescita dell’e-commerce. Chiediamo segnali tangibili ­– proseguono i segretari – non soltanto in termini di salario, ma anche di stabilizzazione dei rapporti di lavoro, in un settore caratterizzato da forte precarietà, da un diffuso dumping contrattuale e da livelli retributivi troppo bassi, anche a fronte di orari giornalieri che superano regolarmente le otto ore, da un altissimo ricorso al lavoro prefestivo e festivo e dal mancato riconoscimento degli straordinari».

Fenomeni, quelli descritti dal sindacato, che riguardano aziende più e meno strutturate, in un comparto dove il ricorso alle esternalizzazioni e alla subcommittenza è la regola sia nella gestione dei magazzini che nei servizi di trasporto. Anche in Friuli Venezia Giulia, dove il settore e il suo indotto conta non meno di 6.000 addetti e deve scontare il problema aggiuntivo della concorrenza al ribasso di vettori esteri, in molti casi un vero e proprio dumping che sfugge a regole e controlli. Cresce inoltre, anche su spinta delle aziende, il numero di “padroncini”, titolari di contratti di lavoro autonomo spesso con clausole capestro per orari e condizioni economiche. Da qui l’appello che i sindacati rivolgono anche ai cittadini e utenti, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle condizioni di lavoro e del rispetto dei diritti contrattuali in un settore sempre più importante nella nostra realtà economica e sociale.

In Lombardia i segretari Generali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uilt Uil, Luca Stanzione, Giovanni Abimelech e Antonio Albrizio, incontrano i giornalisti alle 10 al presidio di via Fantoli Milano.

“Con lo sciopero in Amazon del 22 marzo, gli scioperi del Trasporto Pubblico e dei Riders e lo Sciopero della Logistica di oggi – scrivono in una nota unitaria - i lavoratori e il sindacato confederale stanno dimostrando che le centinaia di migliaia di uomini e donne del Settore Trasporti vogliono risposte concrete dopo mesi in cui sono stati definiti eroi, angeli e indispensabili per la nostra Società, soprattutto quando il Paese è in mezzo ad una crisi epocale”.

In provincia di Milano, le immagini del presidio a Peschiera Borromeo.

 

 

 

A Bologna presidio in piazza Roosevelt.

A Ferrara partito stamattina all'alba il presidio davanti al petrolchimico.

A Modena previsto un presidio dinanzi alla Prefettura, dalle ore 10 alle ore 12,30, al quale sono invitati i giornalisti.

A Piacenza il presidio si è svolto agli ingressi della zona logistica. Qui un video di un momento della mattinata.

 

 

 

Anche in Liguria, sciopero e presidi dei lavoratori del comparto Logistica, Trasporto Merci e Spedizione (corrieri e autisti). A Genova sono previsti diversi presidi di protesta: dalle 00,00 del 29 marzo (notte tra domenica e lunedì) alle 24,00 del 30 marzo, presso i varchi portuali e tutte le imprese che impiegano i corrieri.

Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno previsto una mobilitazione che si dipanerà tra le giornate di oggi e domani, i lavoratori della logistica incroceranno le braccia per 24 ore, mentre i lavoratori del trasporto merci per ben 48 ore.

"Le organizzazioni di rappresentanza - si legge in una nota del sindacato ligure - hanno respinto integralmente le proposte indecenti arrivate dalle controparti, ovvero: precarizzazione del mercato del lavoro, abolizione degli scatti di anzianità, riduzione delle giornate di ferie e permessi retribuiti, abolizione del pagamento delle festività, impoverimento della clausola sociale messa a garanzia dell’occupazione e del reddito, ecc".

 “Gli eroi della Pandemia hanno perso la pazienza: è necessario scioperare contro le irricevibili richieste datoriali arrivate nella prima fase della trattativa – tuonano Marco Gallo, Mirko Filippi, Giovanni Ciaccio per Filt Cgil – Fit Cisl – Uiltrasporti Liguria -  Abbiamo bisogno di adeguati riconoscimenti salariali, rispetto e diritti. Questa è la prima delle molte azioni di contrasto previste a causa della miopia e dell’irresponsabilità della rappresentanza imprenditoriale nel nostro Paese”. 

I presidi più corposi saranno a Ponte Etiopia, Wte Voltri e presso corriere Bartolini. Per quanto riguarda le modalità di sciopero, spedizionieri, corrieri, imprese di logistica e supply chain, società collegate alle attività di e-commerce, imprese cooperative fornitrici di servizi connessi: 24 ore di sciopero per il giorno 29 marzo (intero turno di lavoro); imprese di autotrasporto: 48 ore per entrambe le giornate del 29 e 30 marzo 2021, due interi turni di lavoro; per tutte le imprese le cui attività comprendono le merci, il servizio minimo è garantito dal contratto nazionale stesso. Lo sciopero si articolerà nella sola giornata del 29 marzo p.v., intero turno di lavoro compreso nelle 24 ore. (Carburante alla rete di pubblico approvvigionamento e di combustibile da riscaldamento; Raccolta e distribuzione del latte; trasporto di medicinali e forniture per ospedali e case di cure; prodotti alimentari di prima necessità; Animali vivi). 

Anche i lavoratori del trasporto merci e della logistica di Cagliari partecipano allo sciopero nazionale e questa mattina, dalle 10 alle 12, sono in presidio nell’area adiacente la Capitaneria di porto, davanti alla sede di Confindustria. Le ragioni dello sciopero, che nell’area cagliaritana coinvolge quasi 3000 lavoratori, sono legate all'interruzione della trattativa per il rinnovo del contratto di settore. “È l’ennesimo schiaffo ai lavoratori che, sin dall'inizio della pandemia, hanno continuato a svolgere la loro attività con grande senso di responsabilità, garantendo la tenuta sociale di un intero Paese in lockdown, hanno spiegato i segretari Filt Cgil e Fit Cisl Massimiliana Tocco e Corrado Pani sottolineando che “l’approvvigionamento delle merci essenziali e non essenziali, con il costante e puntuale rifornimento di generi alimentari, di farmaci e delle merci a domicilio anche attraverso gli acquisti on line, ha contribuito a mitigare gli effetti delle restrizioni per i cittadini”. Nonostante tutto ciò, e persino a fronte delle sporadiche e brevissime battute d’arresto che hanno caratterizzato un settore sostanzialmente in attivo, le associazioni di categoria avanzano richieste pretestuose che mortificano i lavoratori e la stessa dignità del lavoro. “La riduzione dei diritti, il mancato riconoscimento economico di alcuni istituti contrattuali e dello stesso aumento auspicato nel rinnovo del contratto, il tentativo di scardinare il principio della clausola sociale - concludono Massimiliana Tocco (Filt Cgil) e Corrado Pani (Fit Cisl) - sono i nodi critici della trattativa che il sindacato, rispedendo al mittente le richieste pretestuose della controparte, auspica riparta al più presto senza che vengano messi in discussione diritti irrinunciabili”.