#NODELIVERYDAY. Il big ben delle consegne è fissato per oggi. In decine di città italiane i rider chiedono ai clienti di esprimere solidarietà alla loro battaglia per i diritti non effettuando alcun ordine per dare un segnale forte alle piattaforme di recapito a domicilio. "Essendo altamente ricattabili, e non potendo esercitare diritti sindacali - spiega chiaramente il comunicato scritto dal Nidil Cgil Modena - i rider non possono scioperare, per questo hanno indetto questa giornata di mobilitazione chiedendo la collaborazione dei cittadini e dei consumatori. Fanno appello alla sensibilità dei clienti affinché non si effettui nessuna ordinazione on line per tutto il giornoOccorre dare un segnale di protesta concreta affinché le piattaforme riconoscano i diritti dei rider al pari di tutti gli altri lavoratori".

Il nostro giro d'Italia, per segnalare gli appuntamenti di protesta, parte dalle Marche, dove sono in programma, da Ascoli Piceno a Pesaro, mobilitazioni, appelli e fotopetizioni che si concluderanno alle ore 18:00 con il presidio presso il McDonald di Civitanova Marche.

"Un altro tassello - si legge nella nota sindacale delle Marche - della lunga mobilitazione per i rider sostenuta dal NIdiL Cgil regionale in tutte le province. Una mobilitazione nata nel pieno dell’emergenza Covid, durante il lockdown, quando questi invisibili lavoratori sono diventati 'eroi essenziali', unici in grado di consegnare cibo, medicinali e  spesa a tutte le famiglie e ai singoli costretti nelle loro case dalle limitazioni o dalla malattia stessa".

"Le piattaforme per cui lavorano - spiega la nota - hanno sottoscritto un contratto con un sindacato di comodo, abbassando le tariffe e non rispettando le direttive della legge 128 del 2019, che prevede di dare ai Rider gli stessi diritti del lavoro subordinato. Il Nidil Cgil Marche, con questa mobilitazione, chiede una retribuzione oraria, in riferimento ai contratto nazionale, a partire da quello della logistica e quindi l'abolizione del cottimo, diritti e tutele in materia di salute e sicurezza sul lavoro. E ancora: diritti previdenziali,  diritto a ferie, tfr e mensilità aggiuntive nonché diritti sindacali a partire dalla rappresentanza".

"Già da tempo - ricorda la nota - la Giustizia italiana, prima attraverso il tribunale di Palermo, che ha dichiarato il rapporto dei Rider di Glovo come lavoro subordinato, poi quello di Bologna dichiarando discriminatorio l'algoritmo di Deliveroo e infine la Procura di Milano che ha condannato tutte le piattaforme a regolarizzare i rapporti di lavoro, ha sancito che l'attuale sistema di inquadramento dei rider è ingiusto".

Per Rossella Marinucci, coordinatrice regionale Nidil, "è impossibile quantificare i lavoratori del settore poiché la forma contrattuale della collaborazione autonoma sfugge ad ogni possibilità di ufficiale censimento. Un’attività partita come saltuaria, fonte di piccoli guadagni per studenti universitari e diventata, negli ultimi mesi, fonte primaria di reddito per centinaia di lavoratori, di ogni età, spesso espulsi da percorsi lavorativi più tradizionali a causa della crisi, che ne traggono il reddito principale e spesso l’unico”.

Nelle Marche il sindacato stima che, tra ristoranti, pubblici esercizi e catene di supermercati, siano tra i 300 e i 400 gli esercizi che hanno aderito alle piattaforme: alcuni solo per intercettare gli ordini dei clienti che vengono consegnati da personale diretto, ma si moltiplicano gli esercizi e i supermercati che utilizzano shopper  e rider.

In piazza Statuto a Torino il presidio organizzato da Cgil Torino, Nidil, Filt, Uil, Uiltemp, Uiltrasporti per la mobilitazione nazionale dei rider, che rivendicano il riconoscimento delle tutele e dei diritti dei lavoratori subordinati e una retribuzione adeguata al lavoro che svolgono. Oggi in media ricevono 2,70 euro a consegna, sono loro a pagare il prezzo delle pubblicità sorridenti del Food Delivery. Qui di seguito le foto della manifestazione.

Torniamo a Modena, dove il comunicato della Cgil provinciale ci ricorda che oggi è la seconda giornata di mobilitazione nazionale, dopo quella del 30 ottobre 2020, promossa da Rider X i Diritti per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni di lavoro dei ciclo-fattorini che lavorano per le piattaforme di food delivery.

"Nidil Cgil di Modena aderisce e appoggia l’iniziativa per sottolineare come in questi mesi di pandemia mentre i volumi di lavoro e gli utili d’impresa per le piattaforme sono aumentati, le condizioni dei lavoratori sono peggiorate sia in termini di diritti che salariali".

"Le condizioni di lavoro - denuncia il sindacato - non sono dignitose, i rider non hanno un contratto nazionale di categoria firmato dai sindacati maggiormente rappresentativi con un perimetro certo di tutele normative e salariali. Infatti, il lavoro è pagato sostanzialmente a cottimo in base al numero di consegne e non al tempo complessivo in cui il lavoratore è impegnato, e lo stesso numero di commesse è regolato da un algoritmo che determina una discriminazione tra i lavoratori nell’assegnazione delle stesse. Il lavoro è a cottimo in base alle consegne effettuate ed è l’algoritmo a determinare il numero delle consegne e non la sola disponibilità del lavoratore. Due rider della stessa piattaforma nella stessa sera possono avere dato disponibilità nelle medesime fasce orarie, ma vedersi assegnato un numero di consegne molto diverso e quindi maturare differenti compensi".

Un accento particolare, ci ricorda il Nidil modenese, va posto sulla scarsa sicurezza di questi lavoratori che "tutti i giorni affrontano notevoli rischi per le consegne, non ultimo aggressioni, incidenti stradali (a volte mortali), a causa della velocità con cui effettuano le consegne per rispettare i parametri prestazionali imposti dall’algoritmo nella speranza di vedersi assegnare ulteriori ordini".

"Il contratto firmato tra Assodelivery e Ugl non dà risposte utili ai rider su tutti questi problemi, ma anzi legittima il lavoro a cottimo e tutti i rischi connessi.  I rider infatti, pur lavorando in modo continuativo e con fasce orarie prestabilite, sono considerati alla stregua di lavoratori occasionali e partite Iva, non hanno i diritti tipici del lavoratore subordinato (malattia, ferie, tredicesima, Tfr, indennità lavoro notturno, coperture assicurative, rimborsi chilometrici, ecc…), e su di loro si scarica il rischio d’impresa che dovrebbe essere esclusivamente della piattaforma visto che regola la vita dei lavoratori dettando tempi, modi e luoghi di consegna".

A Reggio Emilia sono circa una cinquantina i fattorini impiegati con rotazione costante, "non sono i numeri delle grandi città - scrive la Cgil provinciale - ma raccontano un fenomeno in espansione che necessita con urgenza di una regolamentazione certa, a partire dalla correttezza dell’applicazione del Contratto nazionale di lavoro".

“E’ uno sciopero sacrosanto, perché ancora oggi non siamo riusciti ad ottenere per questi lavoratori quello che da tempo rivendichiamo: l’applicazione di un contratto nazionale vero, a partire da quello delle Merci e della Logistica - sottolinea Marco Righi, segretario Filt Cgil Reggio Emilia -  e il riconoscimento di un’attività lavorativa che non può essere derubricata a “lavoretto” ma al contrario, come abbiamo visto nei mesi duri del lockdown, si è dimostrata essenziale”.

“Proprio ieri è stato raggiunto un primo significativo risultato con la sottoscrizione di un protocollo condiviso col Ministero del Lavoro per contrastare i fenomeni di caporalato digitale - sottolinea Cristian Sesena, Segretario Generale della CGIL reggiana - E’ un primo passo verso l’emersione di un settore in cui le condizioni di chi lavora sono precarie, in cui anche per effetto di un accordo collettivo illegittimo sottoscritto con la sola UGL , vige ancora il cottimo. Lo sciopero quindi si colloca in un momento in cui va tenuta alta l’attenzione e serve a riavviare le trattative arenate sull’indisponibilità delle imprese del food delivery  che continuano a trincerarsi dietro una presunta autonomia di un lavoro che, nei fatti,  autonomo non è mai”.

"Invitiamo i cittadini - conclude la Cgil reggiana -  a non ordinare sulle app delle piattaforme. Dietro a un banale click si nasconde una catena di sfruttamento che anche il consumatore può contribuire a  spezzare".

Andiamo a Firenze con la mobilitazione promossa da Nidil Cgil, che chiede migliori condizioni di lavoro per i rider: dopo una biciclettata dei ciclofattorini tra le vie del centro, ci sarà un presidio alle 12 in piazza della Signoria, al quale interverranno esponenti delle istituzioni e in particolare della Giunta del Comune. "Nella giornata - ricorda la Cgil Toscana in un comunicato - la protesta punta a bloccare le consegne con lo sciopero dei rider e con l'adesione dei consumatori a cui chiediamo di non ordinare dalle società Glovo, Deliveroo e Uber Eats".

La Camera del Lavoro di Genova, insieme alle categorie Cgil di Nidil, Filt e Filcams, sostiene e promuove la mobilitazione nazionale dei riders proclamata per oggi. "Durante la fase pandemica - scrive nella nota il sindacato - le aziende del food-delivery hanno visto aumentare a dismisura i propri fatturati senza che ci sia stato alcun miglioramento contrattuale e lavorativo per i riders, lavoratrici e lavoratori che, fin dalla dichiarata emergenza sanitaria, sono diventati essenziali. Il 15 settembre 2020 è stato firmato da Assodelivery (l'associazione padronale del food delivery alla quale aderiscono Deliveroo, Glovo, SocialFood e Uber Eats) e UGL un contratto per i riders che regolamenta il pagamento a cottimo e di fatto nega l'accesso ai diritti del lavoro subordinato, in quanto i riders sono considerati esclusivamente lavoratori autonomi. La recente inchiesta della Procura della Repubblica di Milano ha posto l’attenzione sull’estrema precarietà di questi lavoratori e sui diffusi comportamenti “illeciti” da parte delle aziende. L’indagine ha portato alla predisposizione di verbali in cui si prevede la ricostituzione di rapporti di lavoro di oltre 60 mila lavoratori a livello nazionale. Le aziende stanno facendo ricorso contro il provvedimento e la Cgil è disposta a dare tutta l'assistenza necessaria ai lavoratori interessati. L’inchiesta della Procura di Milano conferma ciò che da anni la Cgil rivendica: i riders devono avere diritto a tutele contrattuali effettive. Ai riders vanno riconosciuti i diritti derivanti dal rapporto di lavoro subordinato, devono essere tutelati e con un monte ore garantito; lavoratrici e lavoratori del settore devono avere una retribuzione oraria congrua (agganciata al Contratto nazionale della Logistica e Trasporti) che tenga in considerazione anche i tempi di attesa oltre ad un pacchetto di diritti irrinunciabili, quali malattia, ferie, tfr e permessi studio".

A Genova oggi presidio a partire dalle ore 18.30 in piazza De Ferrari.

"Sostieni lo sciopero dei rider: non ordinare!", scrive la Cgil Campania sulle sue pagine social, ricordando la giornata di mobilitazione proclamata dalla rete RiderXiDiritti e le motivazioni.

"Occorre, dunque  dare un segnale di protesta concreta affinché le piattaforme ne riconoscano i diritti al pari di tutti gli altri lavoratori. Per questo saremo al loro fianco all’iniziativa nel rispetto delle normative sul contenimento della pandemia da Covid19. Ci vediamo a: Napoli - Piazza Municipio ore 11:00 e ore 19:00, Caserta - Viale Carlo III, ore 18:30, Salerno - Via Roma, ore 11:30".

(Qui sotto le foto del presidio di Napoli di questa mattina)

Anche a Palermo il clima è infuocato. Alle ore 16 si terrà una manifestazione con flash mob, in piazzale Capitaneria di Porto, sul lungomare della Cala. ”I rider si astengono dal lavoro e chiedono ai clienti, per oggi, di non fare ordini, per sostenere i lavoratori che in questo anno sono stati preziosi per tutti noi - dichiara Andrea Gattuso, segretario generale Nidil Cgil Palermo –. Poiché non vogliamo penalizzare le attività di ristorazione già duramente colpite dalla situazione pandemica, invitiamo i clienti per una sera a organizzarsi da soli con l’asporto, recandosi direttamente a comprare le pizze o il sushi con mezzi propri, senza rivolgersi alle app del delivery food”. Per organizzare la giornata di mobilitazione e sensibilizzare la gente, Nidil Cgil Palermo ha diffuso in queste settimane, lungo le vie dello shopping più battute dai ciclofattorini, un volantino in italiano e in arabo con  le richieste in sostegno dello sciopero. 

Anche la Cgil Palermo rilancia l'invito all'adesione  e a mettere sui propri profili Facebook la cornice #IoNonOrdino. “Partecipiamo tutti alla giornata di sciopero, sosteniamo la mobilitazione chiedendo diritti e tutele per i rider e astenendoci dalle ordinazioni sulle piattaforme di delivery, ricordando che dietro ogni nostro acquisto ci può essere un lavoratore in difficoltà, che viene sfruttato e pagato poco. Invitiamo i cittadini e tutti i lavoratori a essere per una giornata consumatori attenti e solidali – aggiunge il segretario generale Mario Ridulfo – Per non danneggiare i ristoratori, già molto penalizzati a causa della lunga durata della pandemia, l'asporto diretto senza servizio a domicilio è un sacrificio che per una sera si può fare”.         Alle 16, al flash mob alla Cala organizzato da Nidil Cgil prenderanno parte gli stessi  Rider, nel rispetto delle regole del distanziamento anti Covid. Seguiranno gli interventi dei lavoratori, del segretario Nidil Cgil Palermo Andrea Gattuso e di Mario Ridulfo, segretario generale Cgil Palermo.       “Chiediamo alle piattaforme di prendere atto che non è possibile continuare con un modello di business che mette al centro il lavoro autonomo e senza diritti, sarebbe assurdo avere in Italia due diversi regimi di organizzazione del lavoro - aggiunge Gattuso- Da una parte, quello che hanno sancito i Tribunali di Palermo, Bologna e la Procura di Milano, così come l’Ispettorato nazionale del Lavoro e altre istituzioni, in favore di un rapporto con le tutele del lavoro subordinato  e dall’altra, la posizione di Assodelivery, con Glovo, Deliveroo, Uber Eats e Socialfood, che si ostinano a mantenere il cottimo e a utilizzare un accordo come quello stipulato con Ugl - organizzazione che non rappresenta assolutamente i Rider e che è stato bocciato ampiamente dai lavoratori stessi che hanno denunciato già da tempo un peggioramento delle loro condizioni di lavoro a partire dai guadagni. Con questo sciopero, che oggi impegnerà i lavoratori di una trentina di città italiane - prosegue Gattuso - chiederemo al governo di riaprire la discussione con le piattaforme, interrotta a causa della caduta del governo Conte”.

"Siamo vicini ai rider e sosteniamo le loro lotte - scrive in una nota la Cgil di Roma e del Lazio -. Oggi:, a partire dalle ore 15, parteciperemo al loro presidio in Piazza San Silvestro, nel rispetto della normativa anti-Covid. In tutta Europa - precisa il sindacato - le aziende mettono in regola i ciclofattorini e garantiscono diritti, sicurezza e salario. I rider diventano dipendenti e riescono a uscire dal cottimo e dallo sfruttamento. In Italia, invece, Assodelivery continua a sfuggire al confronto e preferisce soccombere in tribunale e rischiare di pagare milioni di multe piuttosto che trattare davvero con le organizzazioni sindacali. La firma del protocollo contro il caporalato, sottoscritto questa settimana, dimostra che la trattativa sindacale e gli accordi portano buoni risultati. L’unica strada è quella che dà spazio alla trattativa con i rappresentanti dei lavoratori, come sta facendo Just Eat, per dare vita a un contratto vero che tuteli i rider ed elimini ingiustizie e sfruttamento".

A Milano l’iniziativa sarà coordinata dalle organizzazioni sindacali confederali Cgil Milano e UIL Milano e Lombardia insieme a Deliverance Milano, il sindacato metropolitano dei rider. "L'appuntamento è alle ore 11.30 in Piazza 24 Maggio. Per ribadire il NO! all'accordo capestro firmato da UGL e Assodelivery e rivendicare l’applicazione di un Contratto Collettivo Nazionale di settore. Chiediamo alle colleghe e ai colleghi di scioperare per tutto il giorno con l’obiettivo di bloccare il servizio e a tutte e a tutti le/i clienti di boicottare le app di consegna in solidarietà alla nostra battaglia aderendo al NoDeliveryDay", si legge nel comunicato.

"Dopo un anno di grande lavoro, sempre pronti sulle loro bici, tra lockdown ripetuti e rischio di contagio - scrive il Nidil Cgil Bergamo - la situazione dei rider oggi è peggiore di quella di 12 mesi fa. Non è servita a nulla la firma dell'accordo “capestro” tra UGL e Assodelivery, anzi. Secondo la Cgil si tratta di un’intesa che offre davvero pochissime tutele ai lavoratori, istituzionalizzandone la precarietà. Ordini ridotti, dunque minori compensi, con le app che obbligano a una crescente concorrenza tra fattorini: per rivendicare con urgenza l’applicazione di un Contratto collettivo nazionale di settore (quello dei Trasporti e della Logistica o quello del Commercio) che davvero dia garanzie a chi lavora, oggi per i rider sarà una giornata di mobilitazione in tutt’Italia. L’iniziativa è stata proclamata dalla rete "Rider X i Diritti", a cui aderisce anche la Cgil.

A Bergamo si prepara la protesta con una serie di volantinaggi: nelle ultime ore Nidil Cgil sta invitando i fattorini della filiera del food delivery ad incontrare il sindacato questa sera, alle ore 20.30, nel piazzale della stazione ferroviaria della città.

“I diritti che chiediamo da tempo –e sui quali era anche stato aperto un tavolo di confronto al ministero, poi ignorato da Assodelivery – riguardano un orario minimo garantito settimanale a tutti i rider per avere un compenso minimo, la tredicesima, ferie pagate, la malattia retribuita, maggiorazioni per lavoro notturno e festivo” hanno spiegato oggi Paola Redondi e Francesco Chiesa di NIDIL-CGIL di Bergamo. “L’accordo tra UGL e Assodelivery, invece, prevede garanzie solo presunte, che restano solo sulla carta: ad esempio contempla la possibilità di una maggiorazione per il lavoro notturno, ma a partire da consegne dopo la mezzanotte e fino alle 7 del mattino, in una fascia oraria in cui è difficile che qualcuno ordini cibo. Si riconosce, poi, un premio di 600 euro per chi raggiunge le 2.000 consegne in un anno solare, ma un rider con cui ci siamo confrontati di recente e che lavora quasi quotidianamente ci ha riferito di essere riuscito a raggiungere quota 1.800 consegne in quasi due anni. Si tratta dunque di un premio pressoché impossibile da ottenere. Viene introdotta, poi, una paga oraria di 10 euro lordi ma che contempla solo il tempo effettivo della consegna, cioè di pedalata. Peccato che per pedalare 60 minuti si lavori anche 4 ore, tenendo conto dei tempi di attesa degli ordini. La paga oraria è una presa in giro”.

Per venerdì Nidil Cgil invita i consumatori ad aderire al "No Delivery Day" con l'obiettivo di moltiplicare quanto più possibile l'effetto della mobilitazione.

“Ai cittadini chiediamo di non usufruire del servizio di consegna a domicilio il giorno della mobilitazione e di rivolgersi ai ristoranti direttamente con l'asporto: anche i clienti possono giocare un ruolo importante nella filiera del delivery” proseguono i due sindacalisti. “Consumatori e rider possono dare un forte segnale alle applicazioni affinché ci si sieda al tavolo e si torni a trattare. Non siamo contro il sistema del delivery, ma serve che sia sostenibile e che chi ci lavora sia tutelato”.

Nidil Cgil è presente a Bergamo al fianco dei rider della città dall’estate 2018. Durante il periodo più duro del Covid-19, in collaborazione con il Comune di Bergamo, il sindacato ha distribuito loro mascherine di protezione.

Anche a Pavia la Cgil ha pubblicato un comunicato di sostegno alla lotta dei rider e coordina l'iniziativa, al fianco di lavoratrici e lavoratori definiti "essenziali" durante i lockdown, ma ad oggi senza tutele. "Chiederemo un confronto con l'Amministrazione Comunale per discutere delle problematiche dei Riders, in particolare rispetto al tema della sicurezza e la messa a disposizione di spazi dove questi lavoratori possano ripararsi e trovare ristoro. L'appuntamento è previsto per oggi alle ore 11.30 in Piazza della Vittoria. Diamo un calcio tutti insieme a precarietà e sfruttamento! Avanti riders, non un passo indietro! Non per noi ma per tutt*!".

Manifestazione dei rider anche a Brindisi. Ne dà notizia la Cgil provinciale con un post su Facebook.

Finiamo il nostro viaggio con le dichiarazioni della Cgil Umbria. "Nessuno ordina, nessuno consegna. Uno sciopero per dire no all'accordo pirata stipulato da Ugl e Assodelivery, per chiedere l'applicazione del contratto nazionale di lavoro, per la sicurezza, per quei diritti che dovrebbero spettare a tutte e tutti: malattia, maternità, rappresentanza sindacale. Mentre le app annunciano che faranno ricorso contro i verbali dell'ispettorato del lavoro che impongono l'assunzione di 60mila fattorini in seguito all'indagine di Milano, i riders italiani oggi incrociano le braccia". 

“Ci uniamo all'appello rivolto dalle lavoratrici e dai lavoratori ai clienti delle app di food delivery - afferma Andrea Marconi, del Nidil Cgil di Perugia -. Oggi non ordiniamo tramite app, per dire basta allo sfruttamento e alle ingiustizie basate sugli algoritmi. In una settimana molto importante per il mondo del lavoro e per il movimento sindacale, dopo lo storico sciopero in Amazon, anche le lavoratrici e i lavoratori del food delivery hanno deciso di scioperare per rivendicare diritti e sicurezza. Fondamentale sarà il sostegno di tutti i consumatori, nella giornata del 26 marzo e tutti gli altri giorni, possiamo scegliere da che parte stare: dalla parte di chi lavora e non di chi sfrutta”, conlude Marconi.

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