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Sono mesi che cittadine e cittadini manifestano contro il Dl sicurezza, per affermare il diritto a vivere in un paese che cammina nei solchi della Costituzione. Quella nata dalla Resistenza che ha liberato l’Italia dalla occupazione nazista e dal regime fascista che per venti anni ha tolto diritti e libertà.
Tra un paio di giorni festeggeremo l’anniversario della Repubblica nata da una grandissima partecipazione popolare al voto. Era il 2 e 3 giugno del 1946, cittadini ma soprattutto cittadine che per la prima volta poterono votare, si recarono alle urne in massa per partecipare al referendum per scegliere tra monarchia e repubblica. Affermando così l’importanza e il valore della partecipazione democratica appena conquistata.
E quella stessa domenica e il lunedì successivo gli italiani e le italiane votarono anche per eleggere l’Assemblea costituente che scrisse – appunto – la Costituzione che entrò in vigore il 1 gennaio del 1948, tuttora viva e protetta dal sostegno e dalla partecipazione popolare.
Oggi è di nuovo necessario difendere i fondamentali cardini costituzionali, a cominciare dal diritto di sciopero e di libera manifestazione del pensiero e del dissenso che sono messi in discussione dal cosiddetto Dl sicurezza. Se la Carta fondamentale riconsegnò spazi di libertà agli italiani e alle italiane, il Dl contiene norme che mirano a ridurre in maniera preoccupante spazi di libertà e di dissenso con la codificazione di nuovi reati e con la trasformazione di sanzioni amministrative in reati penali.
In particolare, le proteste sindacali rischiano di essere criminalizzate come “interruzione di pubblico servizio” o “blocco stradale” limitando drasticamente la libertà di riunione e di espressione di lavoratori e lavoratrici fino ad arrivare alla messa in discussione del diritto di sciopero sancito dall’articolo 40 della Costituzione.
L’appuntamento non può che essere di nuovo in piazza. Sabato 31 maggio, a Roma, quindi, alle 14 in Piazza Vittorio arriveranno da tutta Italia quanti da mesi si battono contro la deriva autoritaria che il governo Meloni tenta di imporre al Paese. Il corteo si snoderà per le vie della città e si concluderà a Porta San Paolo (zona Ostiense). Quella Porta San Paolo che il 10 settembre del 1943 del tentativo eroico e disperato di una parte dell’esercito italiano di evitare l’occupazione nazista della capitale. Uno dei momenti più importante della Resistenza cittadina.
La manifestazione arriva dopo mesi di mobilitazioni promosse dalla rete “No dl Sicurezza - A pieno regime”, dal digiuno alla staffetta, che proseguirà fino al 12 giugno e al quale hanno già aderito più di cinquecento persone, alle tante iniziative di resistenza passiva e disobbedienza civile al provvedimento.
Luca Blasi, coportavoce della Rete No Dl Sicurezza - A pieno regime, in una conferenza davanti a Montecitorio convocata per illustrare la manifestazione di sabato 31 ha detto: “Sono previsti un centinaio di autobus e tre treni per manifestare contro il decreto sicurezza. Il Parlamento approvando questo decreto legge si assume la responsabilità di dar vita al più grave attacco alla libertà di protesta della storia repubblicana”.
Anche l’Arci – tra gli altri – sarà in piazza “per dire No alla deriva autoritaria del governo Meloni, per dire No a un decreto che introduce nuovi reati e inasprisce le pene con l’obiettivo di silenziare e criminalizzare il dissenso di chi si batte contro le povertà, di chi dissente in carcere e nei Cpr, di chi blocca una strada o imbratta un muro per denunciare la perdita del posto di lavoro o la crisi climatica, di chi impedisce lo sfratto di persone fragili”.
“Il dl Sicurezza approvato alla Camera è un provvedimento sbagliato e punitivo, che colpisce lavoratrici e lavoratori, un grave attacco ai principi democratici su cui si fonda la nostra Repubblica. Non renderà il Paese più sicuro, ma più ingiusto e meno libero. Per questo la Cgil sarà in piazza per difendere la democrazia, i diritti e la libertà di dissenso”. Lo afferma Lara Ghiglione, segretaria confederale della Cgil.
“È evidente – continua la dirigente sindacale – la volontà del governo di soffocare ogni espressione di dissenso, sottraendo prerogative al Parlamento e colpendo direttamente le persone più fragili. Il decreto criminalizza chi manifesta, introduce nuove norme repressive, persino contro chi protesta pacificamente per il clima, l’ambiente o i diritti sociali. Si tratta di un chiaro segnale di deriva autoritaria”.
“Saremo in piazza – sottolinea Ghiglione – non solo contro questo provvedimento, ma anche per riaffermare il valore della partecipazione democratica, in vista del referendum dell’8 e 9 giugno, che rappresenta un’occasione fondamentale per difendere i nostri diritti”. “Si tenta di silenziare anche il diritto al voto – prosegue – e votare è un atto di resistenza democratica, è un ‘no’ a queste politiche e un ‘sì’ ai diritti, alla parola, alla partecipazione. La democrazia si difende praticandola”.
Inoltre, la segretaria confederale della Cgil aggiunge che la manifestazione di domani sarà anche l’occasione “per esprimere con chiarezza la richiesta di una immediata cessazione del massacro di civili, incluse migliaia di bambine e bambini, da parte di Israele nella Striscia di Gaza. Una tragedia umanitaria che non può più essere tollerata. È urgente e necessario aprire un percorso verso una pace giusta e duratura, fondata sul pieno rispetto dei diritti umani”.