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Anno nuovo, scuola vecchia. Si ricomincia in tutte le regioni d’Italia ma i problemi sono sempre gli stessi, anzi sono stati aggravati dalle politiche del governo e specificamente del ministro Valditara. Per questo a Roma, davanti alla sede del ministero dell’Istruzione e del merito gli studenti ieri sera (14 settembre) si sono mobilitati per protestare.
“Gli studenti tornano tra i banchi di scuola, tornano compiti, verifiche e interrogazioni, ma riemergono anche i problemi strutturali del sistema scolastico italiano. Inoltre dall’altra parte del Mediterraneo oltre 660 mila studenti palestinesi si vedono negato il diritto allo studio per il terzo anno consecutivo”, dichiara Angela Verdecchia, coordinatrice nazionale della Rete degli studenti medi.
Studenti delle scuole superiori, insieme all’Unione degli universitari, si sono ritrovati all’ingresso del ministero con uno striscione che recita: “Non fermerete il vento, studenti per il cambiamento" e con una serie di cartelli che riassumono le principali rivendicazioni e richieste che il sindacato studentesco ha deciso di lanciare per quest’anno scolastico.
E così: “Libri di testo gratuiti”, “Sportelli psicologici in tutte le scuole”, “ Fuori Israele dalle scuole”, “Trasporti gratuiti” e “Aboliamo la formazione scuola-lavoro”.
Quest’anno gli studenti hanno anche redatto un manifesto che riassume tutte le loro rivendicazioni. “Vogliamo una scuola che parli del genocidio in Palestina, senza alimentare la retorica errata e sionista ancora troppo utilizzata, una scuola che tuteli il diritto allo studio, da un’edilizia adeguata a programmi aggiornati, dai trasporti alla salute mentale, una scuola transfemminista e accessibile in grado di abbattere le barriere e accogliere tutti gli studenti”.
La Rete denuncia anche il fatto che l’accesso all’istruzione diventa ogni giorno di più un privilegio. Lo dimostrano, ad esempio, “il continuo aumento dei prezzi dei libri di testo che arrivano a costare più di quattrocento euro l’anno. Il sistema scolastico tutto è definanziato e ogni anno vengono effettuati tagli all’istruzione”. Per questo tra le richieste c’è anche “un significativo aumento della spesa pubblica in istruzione, pari almeno al 5% del Pil, perché investire nella scuola significa investire nella società”.
Davanti al Mim gli studenti hanno portato anche una grande barca di carta, simbolo della Global Sumud Flotilla, la più grande missione umanitaria della storia.
Chiedono l’immediata interruzione degli accordi con la aziende belliche israeliane complici del genocidio. “Vogliamo che il mondo dell’istruzione si esprima contro il Rearm Europe e contro il genocidio del popolo palestinese, e vogliamo che le istituzioni italiane supportino e riconoscano l’importanza umana, storica e sociale della Global Sumud Flotilla, impegnandosi a rompere l’assedio e ad aiutare un popolo che sta venendo sterminato e che riconoscano lo Stato di Palestina”, conclude Verdecchia.