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“Il salario minimo esiste già, sono i minimi dei contratti nazionali. Non solo nella parte retributiva, ma anche in quella normativa. Bisogna dare loro valore erga omnes”. A dirlo è la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti in un’intervista apparsa oggi (martedì 10 settembre) sul quotidiano Il Manifesto.
L’esponente sindacale rileva che in alcuni contratti nazionali (come nell'edilizia) il salario minimo, che è la paga del livello più basso, stanno sotto i nove euro orari lordi, ma se “quei nove euro sono il trattamento economico complessivo che tiene conto dei ratei di 13esima e Tfr, allora quasi tutti i minimi contrattuali sono sopra i nove euro lordi. Nell'ultima versione del ddl Catalfo si parlava
di trattamento economico ‘minimo’ e non più ‘complessivo’. Portarlo a nove euro ingerisce negativamente sulla contrattazione”.
Per Scacchetti, dunque, “non va indicata una cifra fissa perché i contratti vengono da storie e pratiche diverse, quindi hanno minimi diversi. È improprio e pericoloso dare i nove euro a tutti perché per noi è possibile coprire tutti i lavoratori subordinati con un contratto nazionale. Diversamente si concede un alibi per uscire dalla contrattazione a un pezzo significativo di categorie di imprese”.