"La Valle d'Aosta si attesta con un triste primato, quello di non riuscire a garantire i Livelli Essenziali di Assistenza, che al di là delle obiezioni sui dati non aderenti alla nostra realtà territoriale o degli errori nell'elaborazione o trasmissione degli stessi, restano un segnale di forte negatività". A lanciare l'allarme è la Cgil regionale, insieme alle categorie dei servizi pubblici e dei pensionati, Fp e Spi. "Questa istantanea della nostra regione, certificata dal Ministero della Salute, dovrebbe essere l’ennesimo segnale di allarme per la politica valdostana, che invece di alimentare sterili polemiche, adducendo giustificazioni e tesi tortuose, dovrebbe ripensare a quale direzione intraprendere per invertire una condizione paradossale".

"Se da una parte occorre dare atto che negli ultimi anni la Valle d'Aosta ha stanziato più risorse per la Sanità, è necessario dall’altra chiedersi non solo quanto viene speso, ma anche come lo si sta facendo, visto che gli investimenti fatti non vanno di pari passo con l'efficienza ed efficacia del servizio erogato alla popolazione".

"La Sanità regionale - si legge nella nota sindacale - è in una condizione di grave decadimento. Un Servizio Sanitario sempre meno rispondente ai bisogni dei cittadini, costretti - quando se lo possono permettere, pagando di tasca propria - a ricorrere sempre più massicciamente alle strutture private. Vengono così meno i principi costituzionali, che sanciscono come diritto fondamentale dei cittadini, quello della tutela della salute pubblica.
Da tempo inascoltati da una politica che non coinvolge nelle scelte strategiche le organizzazioni sindacali, non ci sottrarremo e non mancheremo di opporci a questi metodi".

"Non vogliamo rassegnarci a un Sistema Sanitario Pubblico in asfissia, che trova facili scappatoie, scaricando sui valdostani il costo delle inefficienze e precludendo il diritto alla salute, limitando la prevenzione e la cura. È per questo che rivendichiamo da tempo con le nostre proposte, sollecitazioni e mobilitazioni, un rapido cambio di passo, affinché la situazione possa migliorare e la sanità possa tornare concretamente pubblica e per tutti, come sancito dalla nostra Costituzione".