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Se non ci fosse davvero di che piangere e temere per il presente (e per il futuro), verrebbe da ridere. La Destra al governo non è certo nuova alla militarizzazione della tv di Stato, ma la crociata contro il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, sta assumendo proporzioni preoccupanti. Così capita, come spiega il giornalista denunciando il fatto sui propri social, che a Ranucci venga consegnata una lettera firmata dall’Ad Giampaolo Rossi e dal direttore delle Risorse Umane, Felice Ventura. Attenzione, però, “non è un provvedimento disciplinare”, ci tiene a puntualizzare l’azienda dopo il polverone.
Sul testo della lettera si legge, riguardo ai fatti contestati – la presentazione del libro dello stesso Ranucci a Mestre con la Cgil Venezia, la partecipazione a una puntata di Otto e mezzo e un intervento a Piazza Pulita – : “...rileviamo come tali sue iniziative siano avvenute in assenza della necessaria autorizzazione aziendale, in contrasto con la vigente normativa in materia di incompatibilità e divieti...la invitiamo, pertanto, per il futuro...a porre maggiore attenzione all’osservanza delle normative aziendali”. Insomma, non si prendono provvedimenti, ma il tono dietro al freddo distacco del burocratese tipico è piuttosto accusatorio. Il fatto che in tutti e tre gli eventi il giornalista avesse parlato della libertà di stampa (e l’avesse difesa) non è un elemento casuale di tutta questa vicenda.
La replica di Ranucci sui social
“Ieri – scrive il conduttore di Report – sono stato convocato dal mio direttore Paolo Corsini, pensavo che mi rassicurasse sul fatto che le puntate di Report non verranno tagliate e che i compensi della mia squadra fossero salvi, anche solo per gratitudine per la qualità del lavoro svolto. Pensavo anche che mi avesse convocato per dire bravo a me e la squadra visto che ieri è uscito l'indice Qualitel, il sondaggio che la Rai è obbligata a fare in ottemperanza del contratto di servizio pubblico, e dove risulta che Report è il programma d'informazione più gradito. Invece no. Era semplicemente un provvedimento disciplinare a firma dell’Ad Giampaolo Rossi, e del direttore delle Risorse Umane, Felice Ventura”.
“Mi accusano – si legge sul post – di aver partecipato alla trasmissione della Gruber (Otto e mezzo ndr) il 6 maggio, senza essere stato autorizzato. Fatto non vero perché ero stato autorizzato dallo stesso Corsini telefonicamente per lanciare la seconda parte della stagione di Report. Poi di aver presentato il mio libro a Mestre (ospite con Maurizio Landini della Cgil Venezia), e di aver rilasciato un’intervista dove parlavo della minore libertà di stampa in Italia e del fatto che la gente si informava di meno. Non si riferiva alla Rai ma al mio libro La Scelta edito da Bompiani. Poi mi si accusa di aver partecipato con una telefonata a Piazza Pulita per difendere Report e il collega Giorgo Mottola dalle accuse di manipolazione”.
“Se devo prendermi un provvedimento per aver promosso e difeso la squadra e un marchio storico della Rai come Report, tutelato la libertà di stampa, lo accetto con orgoglio – conclude Ranucci –. Oltretutto arriva dopo le interrogazioni di Fi sull'inchiesta su Mori e la commissione Antimafia, e la denuncia di Fazzolari per la puntata su Mediobanca”.
La controreplica della Rai
“In relazione alla notizia che il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, sarebbe stato sanzionato per aver partecipato a un programma su La7 e per aver rilasciato dichiarazioni e interviste, Rai precisa che non è stata fatta alcuna contestazione disciplinare nei suoi confronti. Al vicedirettore 'ad personam' Ranucci sono state semplicemente ricordate le vigenti regole aziendali in materia di rapporti con gli organi d'informazione e quelle più specifiche che riguardano i giornalisti. Regole che, si ricorda, valgono per tutti i dipendenti e collaboratori Rai, nessuno escluso. Nella lettera, il vicedirettore 'ad personam' Ranucci è stato invitato in futuro a porre maggiore attenzione all’osservanza delle normative aziendali”. Con una nota la Rai smentisce la notizia data dallo stesso Ranucci in un post su Facebook.
La solidarietà di Maurizio Landini e della Cgil: “In campo con tutte le nostre forze a difesa della libertà di informazione”
“A nome mio e di tutta la Cgil, esprimo solidarietà a Sigfrido Ranucci e a tutta la redazione di Report”, si legge in una nota di Maurizio Landini che si dice fortemente preoccupato. “Tra le contestazioni anche un'iniziativa che ci vedeva insieme a Mestre per la presentazione del suo libro”.
“Ancora una volta – prosegue – ci troviamo di fronte al tentativo di limitare la libertà di espressione di un giornalista che, attraverso le sue inchieste, ha messo in luce fatti di rilevanza nazionale che altrimenti non avremmo mai conosciuto. Siamo in campo con tutte le nostre forze a difesa della libertà di informazione”, conclude Landini.
Giordano, Cgil Venezia: “Colpito chi chiede che il giornalismo sia autonomo dal potere”
Tra i tanti attestati di solidarietà ricevuti in queste ore arriva anche quello di Daniele Giordano, segretario generale della Cgil Venezia, che aveva invitato il giornalista a presentare il suo libro a Mestre, in una piazza gremita, evento cui partecipò anche Maurizio Landini. “Ecco la libertà di stampa con questo Governo – scrive Giordano sui propri canali social –. Va colpito chi chiede che il giornalismo sia autonomo dal potere, di tutti i colori politici”.
Cgil Venezia: “Dalla parte di Report, dalla parte della Città”
Anche sulle pagine della Cgil Venezia si può leggere un post che esprime solidarietà e stima a Ranucci, dal titolo inequivocabile: “Dalla parte di Report, dalla parte della Città”.
“Apprendiamo la notifica a Sigfrido Ranucci di un procedimento disciplinare, che riguarda anche la sua partecipazione all'iniziativa del 24 maggio in piazza Ferretto – scrive la Cgil lagunare –. È evidente che a qualcuno, qui a Venezia, non sono andate giù le inchieste di Report che hanno cercato di fare luce su alcuni degli affari torbidi di chi vuole mettere le mani sulla Città. È evidente che il giornalismo coraggioso pesta i piedi a più di qualcuno”.
“Noi, migliaia di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, siamo dalla parte di Ranucci e dalla parte di Report, che oltretutto ha visto un taglio di puntate per la prossima stagione, nonostante i risultati di share e di gradimento del pubblico. Migliaia di persone che non potrai zittire”, conclude la Cgil.