PHOTO
Mentre la propaganda del governo delinea un Paese in netta ripresa, i dati Caritas rivelano una situazione ben più critica, in cui sempre più famiglie con figli vivono in povertà nonostante abbiano un'occupazione, e confermano quanto già da tempo anche il Sunia denuncia.
“Un dato ancora più allarmante se si considera che l’incidenza della povertà assoluta è molto più elevata tra chi vive in affitto rispetto a chi ha una casa di proprietà – spiega in una nota il sindacato degli inquilini e degli assegnatari di edilizia pubblica -. È inaccettabile che nel 2025 il lavoro non rappresenti più una garanzia di sicurezza economica. Le famiglie con figli, in particolare, sono sempre più esposte: salari bassi, inflazione e costi abitativi in continuo aumento stanno erodendo ogni margine di stabilità”.
I dati Caritas dimostrano come l’abitare resta un indicatore fondamentale delle disuguaglianze sociali: nelle famiglie in affitto l’incidenza della povertà è quadrupla rispetto a quelle che vivono in un alloggio di loro proprietà, a conferma ulteriore che il diritto alla casa oggi non è garantito a tutti nel nostro Paese.
“La questione abitativa non può più essere ignorata né rimandata dal governo – prosegue il Sunia -. Occorre rilanciare una politica nazionale per l’edilizia residenziale pubblica e sociale e per l’offerta di alloggi a canone calmierato e sostenibile; riformare le politiche di sostegno all’affitto, rifinanziando il fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione; tutelare le famiglie con figli, gli anziani, le giovani coppie, colpite in modo sproporzionato dall’aumento dei costi fissi, primi fra tutti quelli dell’abitare. La casa deve essere un diritto e non un privilegio e l’Italia deve essere un Paese dove avere un lavoro significa poter costruire un futuro dignitoso”.