Le proteste e la richiesta dei migranti di condizioni degne nel Cpr di Ponte Galeria, dopo il suicidio di Ousmane Sylla. Aveva solamente 22 anni e veniva dalla Guinea. Prima di morire ha lasciato un messaggio nel quale chiedeva che il suo corpo, nel caso fosse morto, venisse riportato nella sua Africa, a sua madre, perchè di entrambe sentiva una grande mancanza. 

Un tragico episodio che, benché non si ripeta frequentemente, torna a mettere in luce le condizioni disumane all’interno dei Centri di permanenza per il rimpatrio, sui quali l’attuale governo è pesantemente intervenuto, allungando i tempi di detenzione e cercando di moltiplicare la loro presenza su tutto il territorio italiano. La testimonianza e l’analisi di Andrea Oleandri, della Coalizione italiana libertà e diritti civili (Cild).