Al Meeting di Rimini, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato il varo di un “grande Piano casa a prezzi calmierati per le giovani coppie”, realizzato insieme al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. L’obiettivo dichiarato è favorire l’accesso alla proprietà della prima abitazione, considerata condizione fondamentale per la costruzione di una famiglia.

La proposta, accolta con “interesse” dal sindacato inquilini (Sunia), suscita però anche dubbi e richieste di chiarimento. “Attendiamo con trepidazione i dettagli”, dichiara non senza ironia il segretario generale Stefano Chiappelli, ricordando che il Piano casa era già stato annunciato più volte dal ministro Salvini senza mai tradursi in misure concrete.

“L'idea di dare ai giovani la possibilità di comprare la propria casa è nobilissima – argomenta il segretario Sunia – , quasi un sogno, ma in un'Italia dove la precarietà lavorativa, i salari stagnanti e l’inflazione galoppante ormai sono la norma, per molti quel sogno resta un miraggio. Per una vasta fetta di giovani e giovani coppie, la vera sfida non è trovare il mutuo giusto, ma anche semplicemente trovare un affitto a un prezzo accessibile e con un contratto stabile”.

Un Piano casa efficace non può limitarsi a sostenere la proprietà

Per Chiappelli la "capienza reddituale" di cui si parla spesso “non è sufficiente a superare gli ostacoli posti dalle banche per un mutuo, ma a malapena a coprire le spese folli del mercato degli affitti, dove si rincorrono prezzi ormai fuori mercato non sostenibili soprattutto per monoredditi o pensionati”. Dunque “perché un Piano casa sia veramente efficace e inclusivo, non può e non deve limitarsi a sostenere la proprietà. La speranza è che questo nuovo progetto guardi anche all'altra metà del cielo immobiliare: quella degli affitti”.

Per il sindacato, un Piano casa a "prezzi calmierati" che si applichi anche alle locazioni “non sarebbe solo un'opzione aggiuntiva, ma una vera e propria necessità per ricostruire una società che sia amica, oltre che della famiglia, anche della serenità economica di chi non può o semplicemente non vuole legarsi per decenni a un mutuo”.

Il “tetto", conclude Chiappelli, “è un diritto. Che sia di proprietà o in affitto, la cosa importante è che ci sia e che sia sostenibile per tutti”.

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