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La legge della Toscana sugli affitti brevi è legittima. A stabilirlo la Corte costituzionale che con la sentenza n. 186 depositata ieri è intervenuta confermando la validità della norma sul turismo adottata dalla Regione e in particolare sulle locazioni brevi. La decisione ha bocciato il ricorso presentato dal governo e dichiarato l’infondatezza delle questioni di legittimità poste con il ricorso.
La Corte ha riconosciuto la funzione specifica sancita dall’articolo 59 della legge regionale, con particolare riferimento alle locazioni brevi: i comuni hanno un legittimo potere regolatorio, “possono con proprio regolamento definire criteri e limiti specifici per lo svolgimento, per finalità turistiche delle attività di locazione breve previste dall’art. 4 comma 1 del decreto legge 50/17” in materia di locazioni brevi.
“Come abbiamo più volte sostenuto, la Corte ha espressamente rilevato che i comuni e le regioni possono prevedere limiti, autorizzazioni e tutele urbanistiche in materia di locazioni brevi – dichiara Stefano Chiappelli, segretario nazionale Sunia -. La stessa associazione nazionale dei comuni si pronuncia a favore di un intervento ‘unitario nazionale di tipo regolatorio’ che fornisca a tutti regole certe”.
“La sentenza della Corte – prosegue Chiappelli - costituisce la concreta possibilità di un nuovo e più incisivo approccio con le competenze urbanistiche e del turismo da parte degli enti locali, bocciando definitivamente le pretese del governo di privare queste istituzioni territoriali di un ruolo che spetta loro di diritto, in particolare per la produzione di normative che intervengano su zone e contesti in cui è avvertibile una invasiva presenza di locazioni brevi che snaturano il tessuto sociale. Insieme alla Cgil realizzeremo iniziative specifiche che mirano a valorizzare quanto emerso dalla importantissima sentenza per determinare una decisa inversione di marcia che riconosca la titolarità di comuni e regioni nell’affermare il ruolo centrale in questa materia”.






















