Pavia, benché al 31' posto per ricchezza e consumi, figura al 95' posto per desertificazione bancaria su 107 province italiane. I sindacati si mobilitano per arginare il fenomeno che interessa oramai molte aree del nostro Paese e procedere così a una transizione digitale che non lasci indietro le fette più fragili della popolazione. Roberto Melotti, segretario generale della Fisac Cgil di Pavia, spiega in un video che si tratta di un’iniziativa unitaria di tutti i sindacati del settore preoccupate dagli esiti della desertificazione.

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Le sigle hanno richiesto un incontro con le istituzioni locali, il presidente della Provincia e il prefetto, per trovare insieme una soluzione al problema, partendo dai dati forniti dalla Fabi di Pavia in una ricerca. A soffrire della privazione dei servizi agli sportelli delle banche sono prevalentemente anziani e disabili, oltre a piccole e micro imprese, fondamentali per il tessuto economico locale e che necessitano di accesso al credito e servizi di prossimità. Da evidenziare che Pavia è la capolista in Lombardia per numero di cittadini over 65.  

Melotti sottolinea che la transizione digitale “è ineluttabile e inevitabile, è impossibile rimanere indietro, e si sa che le banche tendono a tagliare i costi per rimanere sul mercato e perché naturalmente sono rivolti al profitto, ma il tutto va governato per non tagliare fuori fette di popolazione”.

I sindacati hanno quindi ottenuto “la disponibilità dalle istituzioni di ulteriori incontri per aggiornare la situazione anche sulla base dei dati di Bankitalia e per una sensibilizzazione della controparte, vale a dire l’Abi. Nulla impedisce loro di procedere con la digitalizzazione, ma si possono richiamare le banche al loro ruolo sociale, alla responsabilità di supporto alla collettività con attenzione alle fasce disagiate”.