Con la seconda fase critica dell’epidemia Covid in corso, diventa urgentissimo individuare tutte le soluzioni e i percorsi possibili per immettere in tempi rapidi il maggior numero di personale negli ospedali e nelle aziende sanitarie del Lazio. Almeno 10 mila unità in più, secondo la Cgil, di pari passo con il potenziamento della rete Covid, l’incremento dei posti letto e terapia intensiva disposto in queste settimane.

“Già 3 mila sono le unità assunte nell’ambito del reclutamento straordinario legato all’emergenza sanitaria, ma l’investimento fin qui fatto deve essere quantomeno triplicato”, dichiarano Cgil e Fp Cgil di Roma e Lazio: “La denuncia sulle gravi carenze di personale sanitario di tutti i profili è un tema che solleviamo da tempo, molto prima dell’emergenza. Nel Lazio si è già perso negli anni precedenti oltre il 10% del personale del comparto sanitario, quasi il doppio della media nazionale”.

Il sindacato ribadisce che “la previsione delle 5 mila unità previste nei fabbisogni triennali, prima dell’emergenza, è solo la metà di quanto necessario a riequilibrare, e solo in parte, gli organici drasticamente ridotti per le mancate assunzioni negli anni del commissariamento e per i pensionamenti intercorsi”. Va considerato, inoltre, che “nelle graduatorie di concorso ancora valide molti idonei sono professionisti già in servizio, a tempo determinato, presso le stesse aziende sanitarie, o dipendenti di strutture private accreditate. Non tutte le nuove assunzioni, quindi, sono da considerarsi nuove risorse tout court”.

Cgil e Fp Cgil di Roma e Lazio evidenziano che “con l’aumento dei casi e degli accessi il sistema sanitario sta rischiando il collasso, e si aggrava lo stress cui è sottoposto il personale in servizio, con un’età media elevata (il 40 per cento over 55). Serve anche maggiore attenzione alla sicurezza degli operatori, con protocolli certi e omogenei per tutte le aziende, dispositivi di protezione individuale e test a tutto il personale, riducendo il rischio di contagi tra il personale, già verificatisi in tante strutture, nodi centrali della rete Covid. In carenza di personale, è difficile sostituire chi si trova in sorveglianza sanitaria”.

In conclusione, il sindacato chiede “un’accelerazione sulle assunzioni a tempo indeterminato, di almeno 10 mila unità in più, da tutte le graduatorie esistenti e da nuovi concorsi, anche con misure straordinarie che riducano i tempi di espletamento ed effettiva immissione in servizio, altrimenti il sistema imploderà sotto l’onda d’urto della pandemia”.