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“Il dato sull'occupazione, peraltro di un solo mese, non fotografa la situazione reale dell’Italia. Il numero che racconta la verità è quello delle ore lavorate”. A dirlo è il vicesegretario generale della Cgil Vincenzo Colla, in un’intervista apparsa oggi (martedì 2 luglio) sul quotidiano La Repubblica: “Tra l’inizio della crisi nel 2008 e oggi abbiamo perso ben oltre un miliardo di ore lavorate e almeno 700-800 mila lavoratori. I nuovi assunti? Se oggi l’Istat trova una persona che lavora anche solo quattro ore in un mese, subito la considera un dipendente. Ma quello è in realtà un disperato che non intasca mai uno stipendio pieno”.
Per il vicesegretario Cgil sta prendendo forma una bolla. “La bolla del terziario povero che si allarga, mentre frana un ceto medio che era fatto di persone attrezzate e competenti”, conclude Colla: “Mentre la politica è anfetaminica sui dati generali dell’Istat, il part time involontario e non richiesto aumenta in maniera esponenziale. Al Sud intanto i ragazzi continuano a emigrare: l’Istat ci segnala una crescita dell’occupazione soprattutto tra chi ha più di 50 anni, non è un caso. Il Nord invece cerca professionisti qualificati, che non trova”.