Blitz della Polizia di Stato di Latina nei confronti di un'organizzazione criminale di Sezze dedita allo sfruttamento del lavoro ed al caporalato ai danni di centinaia di stranieri impiegati in lavori agricoli in condizioni disumane. La misura cautelare, eseguita dai poliziotti della squadra mobile e del servizio centrale operativo della Polizia, ha raggiunto, tra gli altri, un sindacalista ed un ispettore del lavoro, accusato di corruzione, operanti nella provincia di Latina.

Circa 400 stranieri, prevalentemente romeni e nordafricani, erano finiti nella rete di sfruttamento della Agri Amici Società Cooperativa di Sezze, una cooperativa di copertura, che nascondeva in realtà una centrale di caporalato. Gli stranieri, a cui non veniva garantito niente di quanto prevede il contratto sindacale minimo, venivano stipati in furgoni in numero doppio rispetto alla capienza del mezzo e trasportati da un paese all'altro. I braccianti erano poi costretti a lavorare nei campi dodici ore di fila, senza pausa, a 4,5 euro l'ora.

L'associazione per delinquere era composta da sei italiani, arrestati per violazione della normativa sul caporalato. I poliziotti stanno sequestrando decine di automezzi, beni e case degli arrestati, i proventi, cioè, dei guadagni realizzati illecitamente sulle spalle dei braccianti stranieri. Nell'inchiesta sono coinvolti anche un sindacalista e un ispettore del lavoro. I reati contestati dalla procura di Latina agli indagati vanno dall'intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro all'estorsione, dal riciclaggio a reati tributari.

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“Le straordinarie operazioni di ieri e oggi da parte delle forze dell’ordine a contrasto dei fenomeni di caporalato e sfruttamento a Matera, Colleferro, Latina, ci vedono fiduciosi sulla possibilità di contrastare efficacemente un sistema che scambia il lavoro con lo sfruttamento, il ricatto con la dignità. Da anni denunciamo le condizioni in cui lavorano e vivono le persone, spesso straniere, impiegate in agricoltura, da anni siamo al fianco di quei lavoratori che con fiducia si rivolgono alla Flai Cgil, perché con noi possono far valere i propri diritti e sottrarsi al ricatto e alla paura”. Lo dichiara Ivana Galli, Segretaria Generale Flai Cgil.  “Le operazioni di questi giorni, ma anche quelle degli ultimi due anni, sono state possibili grazie alla Legge 1990/2016, una legge da applicare in tutte le sue parti. Se la Legge 199/2016 seguita a funzionare per quanto riguarda la parte sanzionatoria, con grande impegno da parte delle forze dell’ordine e investigative; meno efficace, invece, è la parte della legge che dovrebbe prevenire il consumarsi dei fenomeni di sfruttamento, agendo a monte su tre punti fondamentali: collocamento, trasporto, alloggi. Per superare questo ostacolo serve la volontà delle istituzioni, della politica, di chi è preposto ai controlli e di tutte le associazioni datoriali. Il quadro che si è delineato oggi con gli arresti di Latina non rappresenta per noi una novità, ma è anche il frutto di tante nostre battaglie, iniziative, denunce, campagne di sensibilizzazione, scioperi per dire stop al caporalato, stop allo sfruttamento in agricoltura”.  “Ovviamente – conclude Galli - ci costituiremo parte civile nel processo che si avvierà da queste operazioni, lo facciamo per essere al fianco dei lavoratori, quei lavoratori più fragili, dei quali, persone senza scrupoli, si approfittano dello stato di bisogno, della condizione di ricattabilità e debolezza. E questo per un sindacato come la Flai Cgil è inaccettabile”. 

"Un plauso alle forze dell’ordine e alla magistratura inquirente per l'importante operazione messa a segno a Latina. Siamo sempre più convinti che la legge per il contrasto del caporalato, la 199/2016, vada non solo difesa ma applicata in tutte le sue parti e in tutti i settori lavorativi. Per questo diciamo forte e chiaro al governo: nessuno tocchi la legge". Così, in una nota, la Cgil e la Flai Cgil di Roma e del Lazio. "Circa due anni fa - continua la nota - svolgemmo una grande manifestazione con i lavoratori Sikh di Latina che operano nella zona e che denunciano continue vessazioni e sfruttamento, ai limiti dello schiavismo. Purtroppo allora non trovammo la necessaria attenzione e sensibilità da parte di quelle realtà istituzionali che tale fenomeno dovrebbero contrastare quotidianamente. Riteniamo dunque di grande significato politico il protocollo sottoscritto nei giorni scorsi con la Regione Lazio e le altre parti sociali dal titolo 'Per un lavoro di qualità in agricoltura'. Un protocollo che favorisce la lotta al caporalato e incentiva le imprese sane attraverso un piano di intervento a 360 gradi contro lavoro nero e sfruttamento in tutta la regione. Continueremo le nostre iniziative di contrasto all’illegalità e allo sfruttamento dei lavoratori senza distinzione di provenienza, etnia o religione nella consapevolezza che l’unica vera differenza risieda soltanto tra chi è ricco e chi povero, chi sfrutta e chi viene sfruttato. Per tutti questi motivi ci costituiremo parte civile nel processo che si avvierà. Questa battaglia non può che vederci schierati con i più deboli e gli emarginati, con i lavoratori migranti e italiani pagati 2,50 euro l’ora a cui il governo, che continua ad alimentare un clima di odio e intolleranza, non offre soluzione alcuna".

Sempre oggi e sempre nel Lazio, in questo caso a Valmontone (Roma), è da segnalare un altro arresto per caporalato, di un cittadino bengalese accusato del reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. "Ribadiamo l'importanza di maggiori controlli e di un impegno più incisivo delle istituzioni come previsto dalla legge contro lo sfruttamento (199/2016) fortemente voluta dal sindacato - sottolineano Silvia Ioli, della Cgil Roma sud Pomezia e Castelli, e Gianfranco Moranti, della Flai Cgil Roma sud Pomezia Castelli - È quindi necessaria e non più rinviabile la piena applicazione della legge 199 e il rispetto del protocollo Per un lavoro di qualità in agricoltura, sottoscritto dalla Regione Lazio e dalle parti sociali. Protocollo che rappresenta un tassello importante nel contrasto allo sfruttamento nel settore agricolo e pone l'attenzione su temi cruciali quali il trasporto pubblico, gli alloggi e il coinvolgimento dei centri per l'impiego".

aggiornato alle 18.10