Nel bel mezzo di un agosto infuocato, che rende ancora più insopportabile la vita nel ghetto di Borgo Mezzanone, sono stati consegnati i primi 50 moduli abitativi, composti da quattro posti letto, aria condizionata e servizi igienici. Qui ha potuto trovare alloggio una piccola parte dei circa duemila operai agricoli che vivono nel campo costruito nell’ex pista aeroportuale a pochi chilometri da Foggia, giovani migranti che raccolgono frutta, verdura e ortaggi nei campi della Capitanata.

Una prima, buona notizia

Si tratta di una prima consegna cui già oggi (22 agosto) ne seguirà una seconda. In uno dei luoghi simbolo di una presunta accoglienza che altro non è che sopravvivere a un degrado che si tocca con mano, fra montagne di rifiuti, carcasse di auto, polvere e animali randagi un po’ ovunque, la messa in opera delle prime case mobili è una buona notizia. A cui ne devono seguire altre, perché solo eliminando la baraccopoli e bonificando i terreni si potrà dire di aver dato un’accoglienza dignitosa a chi, con il suo lavoro, permette alle famiglie italiane di avere buon cibo in tavola. 

Cgil e Flai di Foggia: «Grazie al prefetto»

Soddisfatta la Flai Cgil, che dopo l’ennesimo incendio nel campo – solo per miracolo non c’era scappato il morto – aveva manifestato insieme a numerosi lavoratori migranti nel centro di Foggia, prima di un incontro in Prefettura durante il quale era stato finalmente messo nero su bianco un cronoprogramma degli interventi. “Vogliamo esprimere il nostro ringraziamento al Prefetto di Foggia e a tutti gli uffici della Prefettura – dichiarano Maurizio Carmeno, segretario generale della Cgil di Foggia, e Giovanni Tarantella, segretario generale della Flai di Capitanata – per aver dato seguito a quanto stabilito negli incontri istituzionali dopo i numerosi incendi scoppiati in pochi giorni, che avevano distrutto decine e decine di baracche".

Ma servono risposte per tutti

"Ora – proseguono i due sindacalisti – chiediamo che si prosegua con la predisposizione di ulteriori moduli abitativi fino ad arrivare a una accoglienza di almeno mille persone, per dare risposte a tutti i lavoratori che nei roghi hanno perso il pur precario riparo di cui disponevano. Allo tempo stesso chiediamo che si prosegua con puntualità, e maggiori scorte, nella fornitura di acqua per l’accampamento”. Misure che fanno fronte a un’autentica emergenza, di fronte alla quale il sindacato ricorda “l’impegno che deve coinvolgere tutte le istituzioni, per il superamento di queste forme degradanti di accoglienza. Ribadiamo la necessità di sapere in che stato di avanzamento sono e cosa prevedono i progetti finanzianti dal Pnrr per cancellare Borgo Mezzanone al pari di Torretta Antonacci dalle nostre mappe, per garantire a questi lavoratori e lavoratrici, in molti casi stanziali, degna accoglienza, assistenza e difesa dei diritti”.

Un percorso di dignità

Cgil e Flai rilanciano l’appello “affinché la Provincia di Foggia utilizzi le risorse disponibili per la bonifica dell’area dell’ex pista aeroportuale da rifiuti, inerti e sterpaglie. Deve essere impegno di tutti costruire percorsi di dignità e affrancamento da condizioni di vita estreme”. Il sogno di veder cancellato un simbolo di degrado potrebbe in questi mesi diventare realtà, un risultato ottenuto grazie al protagonismo dei lavoratori e al legame stabilito con il sindacato. L’unione fa la forza, come sempre successo nelle lotte in agricoltura.