Dei 300 milioni di euro del Pnrr tolti ai beni confiscati, 10 milioni erano dedicati a 8 progetti presentati dal Comune di Palermo. Di questi, uno era stato elaborato dalla Fillea Cgil Palermo, in collaborazione con la scuola edile Panormedil Cpt, e prevedeva la realizzazione di una scuola edile all'interno di una villa confiscata alla mafia nel quartiere Pagliarelli. 

"Per noi è un brutto colpo, una ferita, che purtroppo lascia sgomenti rispetto alla grande opportunità, ormai persa, che messa in campo dal Pnrr - dichiara il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo - C'era la possibilità davvero di riconvertire e rigenerare i beni confiscati alla criminalità organizzata”. Palermo è tra le città che detiene il numero maggiore di beni confiscati e questo mancato finanziamento “getterà di fatto nel caos l'amministrazione: non avendo e non potendo recuperare altre somme, si vanificherà tutto il lavoro fatto. Un lavoro che ci aveva visti impegnati in un'interlocuzione stretta con l'amministrazione comunale. Palermo era arrivata al fotofinish, rispetto alla prima finestra aperta del Pnrr, ed era riuscita nell'intento di presentare ben 8 progetti". 

Il fallimento dell'operazione, fa naufragare l'opportunità di costruire una scuola edile a Palermo in una villa confiscata alla mafia.  "Non resteremo fermi ad accettare questa decisione presa da parte dell'attuale governo – continua Piero Ceraulo -. Da qui alle prossime settimane, metteremo in piedi un'iniziativa al fine di rivendicare l'importanza dell'uso dei beni confiscati, per cui si adoperò Pio La Torre. Con il suo impegno è nata la legge Rognoni-La Torre sul sequestro e la confisca dei patrimoni mafiosi. E poi la 109/96 la legge grazie alla quale i beni un tempo dei mafiosi diventano patrimoni della collettività, riutilizzati a fini sociali”. Tutto questo, che per la Fillea è “lotta alla mafia, non potrà accadere più”. E verrà a mancare proprio in una fase in cui la Fillea Cgil più volte ha ribadito “la necessità di formare il personale edile che lavorerà e opererà nei cantieri del Pnrr, che in Sicilia sono già partiti”. 

“Per noi – concluderà il sindacato - che speravamo in un passo avanti, si tratta di tanti passi indietro, una mancata occasione".