Il traguardo dell'intesa sul futuro di Alitalia si sposta ogni giorno più in là. E la compagnia naviga ancora al confine tra un disastroso fallimento e un colpo di reni all'ultimo minuto. Giovedì prossimo potrebbe essere il giorno della svolta, o dell'ennesima rottura. Ma condizione determinante per un esito positivo è che i sindacati confederali e autonomi ritrovino la sintonia tra di loro. Se domenica notte, infatti, confederazioni e Cai (la neocostituita Compagnia aerea italiana) hanno trovato un accordo quadro sul piano industriale, la giornata di lunedì 15 ha dimostrato che senza piloti e assistenti di volo è improbabile che Alitalia possa ripartire.

Nel tardo pomeriggio - mentre i dipendenti manifestavano sotto Palazzo Chigi - il segretario della Filt Cgil Mauro Rossi ha scandito: 'Non ci sono le condizioni per firmare alcun accordo e, tanto meno, nessun contratto collettivo di lavoro'.

Dopodiché in un comunicato congiunto Cgil, Cisl, Uil, e Ugl spiegavano che "Esecutivo, Cai e rappresentanze sindacali tutte (il grassetto è nostro, ndr) devono ricercare senza sosta un accordo sostenibile, assumendosi ognuno la propria responsabilita' di una situazione cosi' delicata'. "Il governo - continua la nota - consenta un confronto piu' ordinato, assumendo il ruolo risolutivo che gli compete per responsabilita' politica e che fino a oggi ha gestito in modo confuso". La situazione aziendale, si legge nella nota, è "oggettivamente drammatica" e "al sindacato spetta la responsabilità, con il proprio comportamento negoziale, di rendere possibile il passaggio da un'azienda fallita ad una ristrutturazione aziendale, unica via per mantenere livelli occupazionali e trattamenti di integrazione al reddito all'80 per cento per 7 anni".

In serata il governo ha ricevuto i rappresentanti dei sindacati autonomi Anpac, Up, Anpav, Avia e Sdl, che avevano protestato contro la mancata convocazione e contro un'ipotetica firma dell'intesa definitiva con le confederazioni, che come si è visto non c'è stata.

Hostess, steward e piloti hanno protestato davanti al ministero del Lavoro e improvvisato un corteo sino a Montecitorio, come reazione all'esclusione dal tavolo dei
confederali e dell'Ugl. Dopo aver incontrato il governo, i piloti dell'Anpac hanno confermato la preoccupazione sul piano di salvataggio per Alitalia rilevando che 'le distanze sono ancora molto importanti' e 'nonostante i sacrifici che abbiamo deciso di accettare non c'e' un punto di unione, ma andiamo avanti' ha spiegato il presidente Fabio Berti. Da parte dei piloti 'c'e' la disponibilita' a ricominciare il confronto con un dialogo costruttivo'. Per l'Anpac 'la ricostituzione del fronte sindacale ad un tavolo unitario e' importante'.

Martedì le nove sigle che rappresentano i lavoratori Alitalia tornano a riunirsi tutte attorno ad un tavolo intersindacale.

Mercoledì sarà la volta di nuovi incontri col governo. Mentre il tavolo unitario tra governo, Cai e le 9 sigle sindacali di Alitalia si terra' giovedi' prossimo. E giovedì è anche il giorno in cui Cai potrebbe decidere se ritirare o no l'offerta per Alitalia (che scade il 30 settembre).

'Sono tre notti che affrontiamo la vicenda complicatissima di Alitalia, che comunque andra' a finire portera' effetti negativi sull'occupazione, in particolare in due aree, Roma e Milano'. A dirlo è il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani. 'Stiamo facendo ogni sforzo e anche oltre', ha poi aggiunto.

Berlusconi attacca i sindacati
'Mi auguro che si faccia l'accordo. E' il momento di chiedere una vera responsabilita' a coloro che indugiano e sembrano non aver chiaro che l'alternativa e' solo il fallimento. Non ci sono altre strade e assolutamente deve essere chiaro per tutti'. A dirlo è il premier Silvio Berlusconi, nel corso della registrazione della puntata di 'Porta a porta', a proposito di Alitalia. Ha poi aggiunto: "La colpa di un eventuale fallimento sarà tutta dei sindacati e di corporazioni che non vogliono rinunciare a privilegi che non esistono nelle altre compagnie".

L'accordo quadro
Al termine di una notte di trattativa, governo, Cai, sindacati confederali e Ugl hanno raggiunto un accordo relativo al piano industriale. Salgono a 12.500 i dipendenti della nuova Alitalia, mille in più rispetto alla prima proposta della Compagnia aerea italiana. Resta da sciogliere il nodo del contratto, rispetto al quale l'intesa di massima dà tempo fino al 30 settembre per arrivare a una soluzione. Elemento qualificante del progetto - si legge nel testo - un partner industriale internazionale con la possibilità che partecipi al capitale della società con una quota di minoranza e, in ogni caso, non superiore a quella massima riservata agli attuali soci. Il piano conferma poi la capitalizzazione iniziale di 1 miliardo di euro e il conseguimento del pareggio operativo in poco più di due anni.