Sono ore concitate in tutti i centri abitati dell'Emilia-Romagna colpiti dall'alluvione. Il primo passo è quello di far defluire acqua e fango da abitazioni e luoghi di lavoro, ma è altresì necessario organizzare la ripresa delle attività economiche messe in ginocchio dalla catastrofe che ha cambiato i connotati del territorio.

"Fortunatamente l’alluvione non ha coinvolto il nostro distretto chimico – spiega Alessio Vacchi, segretario della Filctem di Ravenna, raggiunto al telefono dalla redazione di Collettiva – è ovvio che le fabbriche si stanno riorganizzando. Il vero problema oggi non riguarda gli impianti ma il personale che vive in zone in cui è complicato o impossibile raggiungere i posti di lavoro. Molte lavoratrici e lavoratori hanno ancora la casa sott’acqua e quindi, al di là delle criticità legate alla mobilità, sono nelle condizioni di dover prima pensare a mettere in sicurezza la propria abitazione e la propria famiglia". 

Anche per questo gli uffici del sindacato hanno ripreso immediatamente le proprie attività, nonostante i locali della Camera del lavoro di Ravenna non siano stati risparmiati dalla piena di fango, per avviare le richieste di ammortizzatori sociali.

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