“L'applicazione dell'articolo 177 del Codice degli appalti rischia di avere delle conseguenze drammatiche per settori fondamentali per il nostro Paese, sia sul piano dell'efficacia dei servizi ai cittadini, sia sul piano occupazionale”. L’allarme viene lanciato dai segretari confederali di Cgil Cisl e Uil, Emilio Miceli, Andrea Cuccello e Tiziana Bocchi che, avendo paventato il rischio fin dall’inizio, ne chiedono la modifica legislativa minacciando lo sciopero dei lavoratori coinvolti.

“L'obbligo per le imprese titolari di concessioni di esternalizzare l'80% delle proprie attività è una scelta illogica e pericolosa - affermano i dirigenti di Cgil Cisl e Uil. -. Illogica perché le missioni del Pnrr richiederebbero un sistema di gestione dei servizi a rilevanza economica più solido e non frammentato a causa dei vincoli dell'articolo 177. Pericolosa perché è altissimo il rischio di generare, a causa della dismissione di interi settori, esuberi e lavoro povero in una fase di grande depressione economica” aggiungono i tre dirigenti sindacali.

I tre segretari confederali annunciano perciò che “a partire da queste considerazioni, le tre confederazioni  insieme alle categorie che rappresentano le lavoratrici e i lavoratori dei settori elettrico, gas, ambiente e trasporti, hanno condiviso di avviare nelle prossime settimane un percorso di iniziative e di sensibilizzazione dei gruppi parlamentari e delle istituzioni locali per ottenere la modifica della previsione legislativa in questione”.

“Le tre confederazioni - fanno infine sapere Miceli, Cuccello e Bocchi- nel continuare ad appellarsi alla responsabilità del decisore politico, non attenderanno le procedure di licenziamento collettivo, ma condividono che l'assenza di modifiche legislative dell'articolo non potrà che vedere l'indizione dello sciopero nei settori coinvolti da questa crisi entro il 30 giugno”.