Attore, musicista, scrittore, ebreo antisionista di origini bulgare, Moni Ovadia invita tutti a mobilitarsi, ad agire contro la violazione dei diritti umani che il suo peggiore esempio nella strage di palestinesi a opera dell’esercito israeliano. 

Ovadia è intervenuto all’assemblea pubblica organizzata dalla Rete#NoBavaglio a Roma, dal titolo “Genocidio a Gaza, guerre, riarmo: che fare? Verso una mobilitazione globale permanente”. Un’assemblea nella quale hanno avuto spazio le testimonianze del premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, del giurista Domenico Gallo, del giornalista palestinese Basam Saleh, della vice presidente Arci e campagna “Stop Rearm Europe”, Raffaella Bolini. 

In uno spazio gremito da cittadini romani sono intervenute anche Francesca Fornario, giornalista della Rete #NoBavaglio, e Clara Habte, giornalista della campagna “Alziamo la voce per Gaza”. Tutti insieme per ricordare non solamente quanto sta accadendo da due anni nella Striscia di Gaza, ma anche che in quella terra ben prima del 7 ottobre 2023 la vita dei palestinesi era insostenibile e di come la comunità internazionale, Italia compresa, non sia mai intervenuta per impedire le atrocità attuali e passate, a Gaza come in tutti teatri delle guerre in corso.

Ovadia esprime anche uno dei suoi desideri: “Anche se per questo ci vorranno forse decenni e decenni, bisogna a progettare l'idea che nel mondo ci sia un solo passaporto con scritto: “Cittadino del pianeta Terra, nato a..., residente a... e basta”.