Sono due bambini e un trentenne le tre vittime dell’ultima tragedia dell’immigrazione. I cadaveri sono stati portati a Lampedusa dal veliero nadir della ong tedesca Resqship, insieme ad altre 57 persone tratte in salvo, tra cui due minori. I piccoli di due anni e il giovane sarebbero morti di stenti, di sete e di fame. Sono stati trasferiti nel cimitero di Cala Pisana. E ci sarebbe anche un disperso secondo i racconti di alcuni testimoni: un uomo che sarebbe finito in acqua, forse volontariamente per trovare sollievo alle ustioni, e che poi non sarebbe più riuscito a risalire a causa del mare agitato.

Tutti sarebbero partiti mercoledì notte con un gommone, dalla Libia, pagando ai trafficanti 1.500 dollari a testa. La guardia costiera ieri aveva evacuato sei persone che avevano urgente bisogno di cure. Nel gruppo delle persone tratte in salvo da Nadi, anche 13 donne e 2 minori originari di Gambia, Ghana, Niger, Sierra Leone, Nigeria e Togo. Il gommone sarebbe salpato dalla Libia e rimasto alla deriva per diversi giorni, fino a quando ieri pomeriggio, in seguito alla segnalazione di Frontex non è stato soccorso dall’equipaggio del veliero della ong tedesca ResQship.

“Mentre i naufragi sembrano non fare più notizia, questa ennesima tragedia ci ricorda la necessità di rafforzare la capacità di soccorso in mare. E le responsabilità degli Stati europei, a partire dall’Italia, che dovrebbero aprire canali sicuri e legali d’ingresso”. Il commento Mediterranea saving humans.