“Anche la nostra salute è essenziale” si leggeva su uno dei cartelli dei manifestanti durante le mobilitazioni davanti ai depositi di Amazon, come quello di Staten Island, a New York, o di Auckland, in California. Ma nel giorno della Festa internazionale del Lavoro ci sono stati anche numerosi picchetti virtuali, alimentati da un tam tam attraverso i social media, con migliaia di addetti di Walmart, Whole Foods, Instacart, Target, Shipt e FedEx che hanno deciso di non presentarsi sul posto di lavoro dandosi malati. Dall'inizio della pandemia, negli Stati Uniti sono state già numerose le mobilitazioni, comprese quelle degli addetti alla raccolta dei rifiuti a Pittsburgh e degli autisti degli autobus di Detroit.

Una protesta per ottenere più protezioni – come guanti e mascherine – e più protezione – con garanzie economiche in caso di contagio da Covid-19 – con le union che chiedono ai clienti di astenersi dall'acquistare prodotti e servizi da queste multinazionali. “Per chi opera nei grandi magazzini o nella grande distribuzione non c’è modo di evitare il contatto con i clienti”, ha spiegato una delegata sindacale. Lei, mamma di 5 figli, teme di contagiare la propria famiglia ma non può rinunciare al suo stipendio.

Tra le aziende più contestate c’è Amazon che ha appena registrato un massiccio aumento delle vendite del primo trimestre, schizzate a 75 miliardi di dollari. L'amministratore delegato, Jeff Bezos, ha  fatto sapere che investirà 4 miliardi per garantire la sicurezza dei propri collaboratori ma si rifiuta di rendere noti i casi di Coronavirus registrati tra i propri dipendenti. Secondo i promotori dello sciopero, quelli accertati sono almeno 500 in oltre 120 depositi ma potrebbero essere molti di più. Secondo il New York Times, negli Stati Uniti si sono già registrati oltre 1 milione di casi di Covid-19 mentre i morti hanno superato quota 64 mila. Tuttavia, i dati sul bilancio delle vittime rivela enormi disparità tra i gruppi demografici con cittadini neri e latinoamericani, i più esposti del Paese - che stanno morendo a tassi più alti rispetto ai loro coetanei bianchi e asiatici.

All'inizio di questa settimana, il presidente Donald Trump ha invocato la riapertura degli impianti di lavorazione della carne. Alcune di queste imprese erano state chiuse dopo essere diventate focolai di trasmissione del virus. Nonostante i dati di diffusione che restano preoccupanti, alcune organizzazioni di destra in California e Oregon hanno manifestato per chiedere che l’America riapra i battenti. Alcuni stati, tra cui Georgia e Colorado, stanno già iniziando a revocare l’ordine di rimanere in casa.