A Monte Sole, luogo simbolo della memoria antifascista, Maurizio Landini ha scelto parole forti. Davanti alla manifestazione “Save Gaza – Fermate il governo di Israele”, partita da Marzabotto, il segretario generale della Cgil ha detto senza mezzi termini: “Siamo di fronte a un massacro”. E non è, ha aggiunto, “una semplice risposta al terrorismo”, ma “una violazione dei diritti umani senza precedenti”. Una situazione che, per gli accordi esistenti, “porterebbe già l'Europa a prendere determinate posizioni e interrompere determinati rapporti”.

Non è più solo una questione locale o regionale. Il conflitto si allarga, coinvolge l’Iran, e secondo Landini ci troviamo davanti a “una situazione senza precedenti, cioè allo sdoganamento della guerra come strumento di relazione tra gli Stati e le nazioni”. Il pericolo è profondo e globale: “Sta sostituendo la diplomazia e la politica”, ha denunciato. E tutto questo alimenta “un riarmo senza precedenti nel mondo”.

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L’attacco israeliano all’Iran, per Landini, non è un fatto isolato, ma parte di una strategia più ampia. “Mi sembra evidente che la scelta fatta da Netanyahu è quella di cancellare qualsiasi possibilità che venga riconosciuto uno Stato per il popolo palestinese”, ha dichiarato. “Questo mi sembra sotto gli occhi di tutti”. E ancora: “Da un certo punto di vista questo allargamento anche del conflitto è un modo per cercare di avere anche un consenso internazionale che rischia di venire sempre meno e di voler reggere anche una situazione interna a Israele che diventa sempre più complicata”.

Per questo, insiste, è urgente una reazione politica e civile: “Penso che sia assolutamente importante una mobilitazione delle persone e soprattutto che questo mobiliti gli Stati”. E punta il dito: “L’Europa e il nostro Paese non stanno assolutamente giocando il ruolo che dovrebbero”.

Il monito è chiaro: la pace non si invoca, si pratica. La diplomazia non è un’opzione, ma un obbligo. E il silenzio, oggi, è corresponsabilità. Chi ricorda Monte Sole sa che le stragi non cominciano con le bombe, ma con l’indifferenza.

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