"Bisogna fermare questa guerra. Non possiamo accettare che la guerra torni a essere lo strumento che regola i rapporti tra gli Stati e tra le nazioni". Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini spiega le ragioni della manifestazione nazionale del prossimo 5 novembre. Una manifestazione per la pace che il sindacato di Corso d'Italia sta contribuendo a promuovere insieme a un ampio cartello di associazioni.

"Questa guerra folle voluta da Putin sta determinando una situazione disastrosa. - aggiunge Landini - Non solo noi esprimiamo la nostra solidarietà al popolo ucraino e al suo diritto alla resistenza, ma vogliamo ribadire che non vogliamo che il conflitto diventi una guerra nucleare. Quindi è il momento di scendere in piazza e di chiedere a tutti gli Stati, a partire dall’Europa ma non solo, che si torni a discutere".

Le richieste dei promotori della manifestazione Europe for peace sono precise e Landini le elenca tutte: "che ci sia un cessate il fuoco, che si apra un negoziato e che si arrivi a una vera conferenza di pace come fu fatta nel 1973 ad Helsinki e come del resto il nostro presidente della Repubblica invoca da tempo. Condividiamo anche molto i messaggi lanciati Papa Francesco"

Oltre a questo, conclude il segretario generale della Cgil, "è ormai chiaro a tutti che fermare la guerra è anche un modo per tutelare le condizioni di vita e di lavoro delle persone: è sotto gli occhi di tutti che l’aumento dell’inflazione è frutto anche di questo conflitto. In gioco c’è pure una nuova politica energetica in Italia e nel mondo. Siccome le lavoratrici e i lavoratori sono quelli che, come è noto, quando c’è una guerra pagano, per noi è importante ribadire il concetto che la pace è l’unica condizione per affermare i diritti, per affermare la democrazia e la possibilità di cambiare un modello sociale ed economico che consideriamo sbagliato".

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