Passo dopo passo, step by step, è stata ed è la tattica Israeliana per mangiarsi la Palestina storica e realizzare la Grande Israele biblica. L’annessione annunciata da Netanyahu, per il 1 luglio, coinvolge il 30 per cento della Cisgiordania, compresa la Valle del Giordano, rubando risorse, acqua, terra fertile a quello che internazionalmente dovrebbe essere lo Stato palestinese.

Non si conosce il futuro per gli abitanti palestinesi delle aeree annesse, certamente non avranno cittadinanza israeliana, come già dichiarato da Nethanyahu e saranno chiusi nei loro piccoli villaggi senza libertà di movimento. Forse Netanyahu rallenterà il passo e annetterà solo alcune colonie spostando l’annessione della Valle del Giordano per le forti proteste, in primo luogo della Giordania ma anche degli Emirati (amici di Israele) che hanno avuto un effetto deterrente per l’amministrazione Trump nonché di Nazioni Unite, Ue ed altri paesi che condannano senza però assumere misure concrete come le sanzioni.

Israele e l’alleato Trump calpestano ogni legalità internazionale grazie alla complicità e inazione delle istituzioni Internazionali. In Italia i giornalisti e le redazioni dei mezzi di comunicazione non per provincialismo ma per codardia non parlano di Palestina. I giovani palestinesi giustiziati da soldati o polizia israeliana non fanno notizia, non fa notizia l’apartheid e il razzismo praticato da Israele. 

Tante le voci contro l’annessione, oltre a giuristi e studiosi, la lettera firmata da 1080 parlamentari dei paesi europei tra i quali 46 italiani. Oggi per la prima volta da lungo tempo, in modo unitario, con l’adesione di centinaia di associazioni e organizzazioni, le piazze di diverse città d’ Italia vedranno la presenza di chi crede nella libertà e giustizia e chiede atti concreti per far sì che Israele non resti impunita e si riconosca lo Stato di Palestina.