L’Italia, da sempre affezionata al suo ruolo di fanalino di coda nel mondo occidentale nell’ambito dei diritti della persona, recupera oggi le ultime posizioni perse in passato. La brevissima stagione dei diritti, effetto più di sentenze dei Tribunali e della Corte Costituzionale che dell’iniziativa politica, che in questo campo ha latitato anche a sinistra, si conclude oggi con un quadro caratterizzato da un lato dalla presenza nel nostro Paese di un governo di estrema destra, reazionario e integralista, che i pochissimi diritti acquisiti vorrebbe cancellarli e dal superamento da parte della Grecia che approva il matrimonio egualitario e le adozioni per le coppie dello stesso sesso.

Torniamo ultimi, di nuovo, nella Ue e ci troviamo in compagnia dei soli Paesi dell’ex est sovietico tanto cari a lega e fratelli d’Italia ai quali li accomuna, tra le tante nefandezze, la compressione dei diritti civili di cui hanno fatto la loro bandiera. E a nulla vale ripetere che la destra fa la destra e che il potere religioso è condizionante nel nostro Paese se si pensa che in Grecia il governo che ha accompagnato la riforma è un governo di destra - per quanto non di stampo fascista come nel nostro caso - e che fortissime son state le pressioni della chiesa ortodossa per impedire l’approvazione della legge.

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Negli stessi giorni in Italia, una sentenza, l’ennesima, riconosce l’illegittimità del decreto varato dal ministro Salvini ai tempi in cui era agli Interni, che prevedeva la dicitura “padre” e “madre” sul documento d’identità del minore al posto del più generico (e includente) “genitore” fino ad allora vigente (da lì la bufala del genitore 1 e 2).

Ciononostante, i successivi ministri dell’Interno, anche quelli di diverso colore politico ed è bene sottolinearlo, hanno continuato a ignorare rispetto, sentenze e rispetto delle sentenze lasciando invariata una dicitura che ha il solo scopo di mortificare e rendere la vita complicata alle famiglie in cui sono presenti due madri o due padri costringendole a un falso palese o a ricorrere alla magistratura che quel falso lo vede in tutta la sua evidenza. C’è da aspettarsi, anche stavolta e a maggior motivo, il perdurare dell’inerzia da parte dell’attuale inquilino del Viminale che finora si è distinto per aver diffidato i Sindaci dal registrare certificati di nascita con due padri o due madri.

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Insomma, mentre in Grecia si approvano le adozioni, riconoscendo quel che la moderna psicologia (e anche il buonsenso) dicono ormai da decenni e cioè che le capacità genitoriale non dipende sicuramente dal sesso e dal genere delle persone, da noi si continua a mettere in atto manovre ostruzionistiche che, preso atto del fatto che quelle famiglie esistono e continueranno ad esistere, complichino ai bambini e alle bambine la vita quotidiana discriminandole sulla base dell’orientamento sessuale dei propri genitori.

Sandro Gallittu è responsabile dell'Ufficio Nuovi diritti della Cgil nazionale