La scorsa settimana la Cgil Veneto ha presentato alla stampa alcuni dati sul welfare regionale e le proposte per superare un quadro caratterizzato da crescenti disuguaglianze sociali. I dati hanno evidenziato come il Veneto stia vivendo oggi una profonda crisi demografica. La regione conta circa 4.900.000 abitanti, di cui oltre 1.200.000 sono over 65 (24,4%) e solo il 15,7% under 14. La natalità è ai minimi storici, mentre l’aspettativa di vita continua a crescere. Entro il 2034, si prevede una riduzione della popolazione in età lavorativa di circa 219.000 unità (-7,1%). A questo si aggiunge un persistente divario occupazionale di genere: nel secondo trimestre 2025, l’occupazione femminile è calata dell’1,4%, mentre quella maschile è cresciuta dello 0,5%.

In Veneto è emergenza abitativa

Trasversale a ogni ragionamento, c’è inoltre l’emergenza abitativa, con 25.463 famiglie in attesa di un alloggio pubblico e solo 135 assegnazioni nel 2024 e, per quanto riguarda il mercato privato, l’aumento dilagante di locazioni turistiche con 553.070 posti letto extra-alberghieri contro 212.246 alberghieri.
Numeri che evidenziano una distorsione del mercato immobiliare, che penalizza giovani, lavoratori, famiglie e migranti in cerca di soluzioni abitative stabili e sostenibili.

Dopo una serie di testimonianze di lavoratrici e lavoratori, principalmente sui temi della non autosufficienza e della difficoltà a trovare casa, la Cgil è passata a illustrare le proposte da sottoporre ai candidati alla presidenza della Regione Veneto.

Fanelli, Cgil veneto: “La regione invecchia e non attrae giovani”

“Questa – ha detto Silvana Fanelli, segreteria regionale Cgil Veneto – è la fotografia di un Veneto che invecchia e non attrae giovani, per questo noi chiediamo un cambio nelle politiche dei prossimi cinque anni che favorisca la permanenza dei giovani nel nostro territorio e l’attrattività per quelli che vengono da altre regioni e dall’estero, politiche strutturali per i migranti, politiche per affrontare il gender gap occupazionale. Trasversale a queste tematiche è il tema delle politiche abitative: gli affitti elevati e lo spostamento verso la rendita turistica rendono estremamente difficoltoso trovare un’abitazione. Il welfare non può essere lasciato alla logica del mercato o del privato. Serve una visione pubblica, strutturale e inclusiva, capace di rispondere ai bisogni reali delle persone. È il momento di agire con coraggio e responsabilità, mettendo al centro la dignità del lavoro, la cura delle persone e la giustizia sociale.”

Le proposte della Cgil per un welfare equo e partecipato

Ecco le proposte avanzate dalla Cgil a chi si candida a guidare il Veneto nei prossimi anni, alla vigilia delle elezioni regionali che si svolgeranno il 23 e 24 novembre prossimi. Su non autosufficienza e invecchiamento attivo, “programmazione complessiva degli interventi, con potenziamento dell’assistenza domiciliare e sostegno ai caregiver. Riforma delle Ipab (Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza) in Asp, le aziende servizi pubblici, di natura pubblica e una governance pubblica degli Ats (Agenzie di tutela della salute)”.

Per quanto riguarda l’inclusione sociale e migratoria: “l’immigrazione deve essere considerata una risorsa. Si propone l’ampliamento dei servizi per cittadini di Paesi Terzi e campagne contro la discriminazione”.

Su politiche di genere e occupazione: “contrasto al gender pay gap, promozione del lavoro femminile e percorsi di formazione per giovani, donne e migranti”.

Per contrastare l’emergenza abitativa: “un fondo regionale per l’emergenza affitti, progetti di co-housing e politiche per calmierare i canoni”.

Sul sostegno alle famiglie e all’istruzione: “interventi contro la povertà educativa, servizi psicologici e scolastici, rafforzamento della rete scolastica pubblica e investimenti nella formazione professionale”.