La Cgil nazionale lancia l’allarme per la possibilità che venga riesumato il ddl Pillon, il provvedimento affossato nel 2019 e che sembra riaffacciarsi dopo le “gravissime” dichiarazioni attribuite dalla stampa al senatore e presidente della commissione Giustizia della Camera, Angelo Balboni, negli scorsi giorni. 

“Si torna ad affrontare in modo distorto il tema dell’affido dei minori – si legge in una nota del sindacato -. Sarebbe infatti inaccettabile veder riproposto, come avvenuto in altre legislature, un disegno di legge che, dietro il fine fittizio di soddisfare il diritto delle donne a una maggiore libertà e degli uomini a esercitare la genitorialità, usa i minori come strumento di punizione e vendetta nei confronti delle donne”.

La Cgil si mostra quindi fortemente preoccupata rispetto a “una posizione evidentemente ideologica tesa, a prescindere, a ‘dare più spazio ai papà', cancellando la figura del ‘genitore collocatario’, con l’obiettivo di attaccare il preminente diritto del minore e la figura in genere più debole economicamente”. Viene quindi contestata quella che è definita un ‘giustificazione pelosa’, vale a dire la dichiarata volontà non danneggiare le aspirazioni lavorative delle madri, nascondendo “una riedizione del progetto di legge a prima firma Pillon” e riproponendo l’idea dell’utilizzo dei figli per ‘consumare vendette’.  

Come spiega il sindacato, da parte di chi ripropone i contenuti del vecchio ddl viene avanzata c’è un’allusione che porta in sé “la tristemente nota ‘pas’, una sindrome inventata negli Stati Uniti e sempre rigettata dalle scienze psicologiche che, purtroppo, ha dato vita a decine di allontanamenti forzosi dei minori dalle madri, anche nei casi in cui queste ultime erano vittime di violenza domestica”. 

Inoltre “la ventilata rivisitazione dell’istituto della contribuzione economica, svela ancor più le reali intenzioni punitive dell’annunciato ddl. Ancora una volta – sottolinea la Cgil – occorre richiamare l’interesse superiore del minore che va valutato nel singolo caso e non può essere sacrificato a impostazioni ideologiche e vendicative”. Ci sono quindi elementi come pas, bigenitorialità perfetta, annullamento del mantenimento che caratterizzavano anche il precedente disegno di legge a firma Pillon che “è rimasto lettera morta proprio grazie al grande movimento di protesta nato spontaneamente nel nostro Paese di cui il sindacato è stato attore fondamentale”.

La Cgil si dice quindi pronta a fare ancora la sua parte per contrastare un progetto culturale e sostanziale che, afferma, “vuole le donne ridotte al silenzio nel loro ruolo di mogli/madri, per evitare che bambini e bambine diventino un'arma brandita per negare l'autodeterminazione delle donne e il contrasto della violenza domestica”.