Le donne anziane sono tra le principali vittime di violenza, maltrattamenti fisici o psicologici, abusi fisici o anche ricatti economici spesso taciuti. A dirlo è lo Spi Cgil Sicilia, rilevando che negli ultimi anni si è registrato un incremento del 150% dei casi venuti alla luce, ma il fenomeno risulta ancora in larga misura sommerso.

Per accendere i riflettori sul fenomeno la categoria ha organizzato a Palermo per venerdì 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, un flash mob (appuntamento alle 10.30 in piazza Verdi).

“Più della metà delle violenze familiari riguarda donne over 65”, spiegano Maria Concetta Balistreri (segretaria generale Spi Cgil Sicilia) e Concetta Raia (responsabile Spi regionale Politiche di genere): “Registriamo tuttavia ancora oggi una difficoltà alla denuncia, all'emersione, dovuta probabilmente dalla percezione di vivere un presente non destrutturabile e un futuro di libertà impossibile”.

Balistreri e Raia evidenziano che parliamo di “donne che hanno portato avanti la loro relazione in un periodo in cui la violenza tendeva a essere giustificata. Oggi sono più consapevoli e hanno meno paura di denunciare grazie alla presenza dei centri antiviolenza nel territorio. Queste strutture vanno ulteriormente potenziate e le donne incentivate a far venire allo scoperto eventuali situazioni di violenza in famiglia”.

Secondo i dati del Dipartimento Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri, le chiamate effettuate dalle donne siciliane al 1522, il numero verde contro violenza e stalking, sono il 6% della media nazionale. Le donne siciliane che hanno chiesto aiuto nel 2021 e nel primo semestre del 2022 sono state 2.157, con un aumento delle chiamate negli ultimi mesi. In Sicilia complessivamente tra il 2021 e il 2022 sono state uccise 20 donne e il 30% di queste era un'anziana over 65. L'86 per cento dei delitti è avvenuto in ambito familiare.

“Purtroppo solo il 17% delle donne che subiscono violenza chiede aiuto e denuncia il partner o familiare che sia”, dicono Balistreri e Raia: “Questa quota diminuisce quando si tratta di donne anziane. Questo non può essere più taciuto”. Lo Spi Cgil sollecita il governo regionale ad “aumentare il numero dei centri antiviolenza e delle case rifugio. Pensiamo che vadano creati spazi dove poter andare quando si ha bisogno di parlare con qualcuno. Riteniamo anche necessari, visti i numeri del fenomeno della violenza sulle donne anziane, più progetti per contrastarla, prevedendo anche protocolli specifici”.

Oggi i centri antiviolenza in Sicilia sono cinque, 49 le case rifugio (sulle 52 previste dalla normativa) e 28 le case di accoglienza accreditate. Guardando al numero complessivo delle denunce si vede che quelle per stalking sono nell'isola 42,84 su 100 mila abitanti (Italia: 29,04 su 100 mila abitanti) e le denunce per maltrattamenti da familiari conviventi 50,92 su 100 mila abitanti (Italia: 37,43).