Sentenza di condanna per condotta antisindacale del Tribunale di Modena nei confronti della residenza per anziani Villa Margherita. La decisione, arrivata il 23 dicembre, riguardava il ricorso della Funzione pubblica Cgil di Modena, depositato a luglio 2020.

I fatti risalgono alla vertenza partita a settembre 2019, in merito all’applicazione del contratto nazionale Anaste “pirata”, cioè sottoscritto con organizzazioni sindacali non rappresentative. La Fp ne aveva contestato l’applicazione perché il contratto “pirata” peggiorava le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori di Villa Margherita, riducendone decisamente i diritti, riguardo all’istituto della malattia, al numero dei permessi e all’orario di lavoro. I dipendenti di Villa Margherita comunicarono e formalizzarono la loro piena dissociazione rispetto al contratto firmato dai sindacati Snalv, Confsal, Confelp, Cse, Cse Sanità e Cse Fulscam. Ma l’azienda decise comunque di imporlo. Ne scaturì una vertenza sindacale, che portò a scioperi e presidi, contrastati dalla direzione aziendale con l’adozione di comportamenti ritorsivi e intimidatori, ritenuti antisindacali dalla Fp Cgil, confermati dalla sentenza del Tribunale di Modena.

“Tra le varie azioni – si legge nella nota – il datore convocò i lavoratori in assemblea comunicandogli l'applicazione del nuovo contratto, zittendo il delegato sindacale mentre esponeva le sue ragioni. Nel corso dello sciopero il datore rimosse le bandiere della Fp, i cartelli e gli adesivi. La sentenza riconosce anche quale comportamento antisindacale l’applicazione del contratto nazionale Anaste non sottoscritto dalle organizzazioni sindacali confederali, perché imposto a lavoratori iscritti alla Fp Cgil”.

“Finalmente, dopo più di un anno dall’inizio della vertenza, abbiamo un riconoscimento formale alle nostre ragioni – ha commentato Mohcine El Arrag, responsabile provinciale del comparto socio-sanitario per la Fp Cgil di Modena –. Dopo i vani tentativi di coinvolgere il Comune di Modena e l’Azienda USL per arrivare ad una soluzione, visto che Villa Margherita è una delle aziende accreditate nel sistema socio-sanitario regionale. Svolge una parte della sua attività utilizzando le risorse pubbliche. Oltre all’applicazione di un contratto “pirata”, fatto già grave, sapevano che all’interno della Residenza per anziani vi erano comportamenti intimidatori da parte del titolare dell’Azienda, un vero e proprio padrone. Le lavoratrici e i lavoratori hanno sempre creduto, insieme a noi, in questa vertenza. Come la nostra delegata Anna Caracciolo, scomparsa a causa del Covid. Ora continueremo nella vertenza, perché le lavoratrici e i lavoratori delle CRA meritano dignità e dei contratti giusti”.