Su una barca in mezzo al mare. Nel Teatro Ariston vuoto. Con i figuranti a far da pubblico pagato. Le soluzioni lanciate per salvare il Festival di Sanremo sono state molte e fantasiose. Ad oggi, però, solo una cosa è chiara: manca ancora un protocollo di sicurezza per i cantanti e i musicisti che si esibiranno sul palco, per i tecnici e gli altri professionisti che lavoreranno dietro le quinte. “Ribadiamo la necessità di garantire il rispetto delle norme anti Covid in tutto il sistema dell’emittenza pubblica e privata – dichiara la Slc Cgil in una nota – ma a Sanremo le regole dovranno essere ancora più rigorose, visto il valore simbolico che il festival riveste per la cultura popolare nel nostro paese”. Alla richiesta dei sindacati si accompagna quella delle associazioni discografiche (Afi -Associazione Fonografici Italiani, Fimi- Federazione Industria Musicale Italiana e Pmi- Produttori Musicali Indipendenti) che hanno inviato una lettera al ministro della salute Roberto Speranza e al Comitato Tecnico Scientifico. “Al netto della conferma da parte della Rai dello svolgimento della manifestazione – si legge nella lettera- bisogna porre al centro del confronto la sicurezza degli artisti sul palco e dietro le quinte, che può avvenire esclusivamente attraverso protocolli ad hoc ed un parere del Comitato Tecnico Scientifico”.

Per la Slc, l’apertura del Teatro Ariston e l’estrema visibilità del programma televisivo accende i riflettori sull’intero settore dello spettacolo e sul rischio di desertificazione che corre a fine pandemia. Mentre Sanremo resta Sanremo, il settore rischia la perdita di migliaia di posti di lavoro e la chiusura di teatri e sale cinematografiche. Il sindacato continua a porre l'attenzione sull'urgenza di riprogettare il settore, verso una progressiva riapertura, in coerenza con le norme necessarie al contenimento della pandemia.Il fermo del settore così prolungato – osservano Sabina di Marco e Riccardo Saccone, segretari Slc per il comparto della produzione culturale e dell’emittenza - nel tempo comporta perdita di professionalità e rischi di povertà per un mondo del lavoro strutturalmente poco tutelato.

La priorità, secondo Slc Cgil, resta la necessità di regolamentare e tutelare il settore dello spettacolo audiovisivo e dal vivo. Uno dei settori produttivi più a rischio, ma con una peculiare “funzione sociale in un momento tanto delicato come quello che stiamo vivendo”.