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Un tempo quel foyer era pieno di spettatori col cappotto in una mano e il biglietto nell’altra. Il chiacchiericcio gioioso che precede la prima, che arriva fino ai camerini, pane per i denti di chi deve salire sul palco. Oggi, il silenzio in quell'entrata, come in altre migliaia in giro per l'Italia, fa quasi paura. Ma dal 19 marzo, il botteghino del Teatro Kismet si è riempito di pacchi neri che una speranza la danno, quella della solidarietà. In Puglia è nata una collaborazione tra Teatri di Bari e Banco delle Opere di Carità di Bari, che a livello territoriale fornisce derrate alimentari alle persone in difficoltà, attraverso centri di distribuzione locali, come parrocchie, mense, luoghi di aggregazione. Un'operazione realizzata grazie al programma comunitario Fead, il Fondo di aiuti europei agli indigenti, che sostiene gli interventi nei paesi dell'Unione Europea per fornire cibo e assistenza materiale. A questa raccolta hanno dato sostegno e contributo anche la Cgil e la Slc Cgil Puglia.
Augusto Masiello, presidente Teatri di Bari
Grazie alla convenzione sottoscritta a gennaio dai Teatri di Bari, gli spazi del Teatro Kismet sono stati riaperti per la distribuzione dei sostegni alimentari ai lavoratori dello spettacolo del territorio. Al momento sono cento i beneficiari previsti. Una mano tesa in un periodo buio per tanti lavoratori del settore, costretti a subire gli effetti della crisi economica seguita all'ondata della pandemia, che ha portato al blocco delle attività dal vivo. “Il teatro è una comunità- dice Augusto Masiello, presidente Teatri di Bari- e come tale non può che aprire le braccia a centinaia di professionisti in difficoltà”.
Maria Giaquinto, coordinamento spettacolo Slc Cgil Puglia
Non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto, non bisogna sentirsi addosso lo stigma di una condizione di fronte alla quale questi lavoratori sono impotenti. A dirlo, insieme a Masiello, anche il segretario generale della Cgil Pino Gesmundo e la coordinatrice spettacolo della Slc, Maria Giaquinto. Per il sindacato, anche le istituzioni devono fare di più. Le indennità e i provvedimenti emergenziali non bastano per salvare il settore. Perché, per chi lavora nello spettacolo, senza cultura non si mangia.
Pino Gesmundo, segretario generale Cgil Puglia
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