Essere precari non fa ridere, ma la risata è l'unica arma che ci rimane. Questo sembra essere l'assunto alla base di Workers - Pronti a tutto, il film di Lorenzo Vignolo dall'11 maggio nelle sale italiane. La pellicola, prodotta da Minerva Film, Margherita Film e Rai Cinema, viene distribuita dall'Istituto Luce: una scelta fuori dai canoni per l'istituzione, che storicamente punta sul cinema d'autore ma stavolta ha voluto lanciare una commedia accessibile e popolare. Il motivo naturalmente è l'argomento: il mondo del precariato, fatto di giovani laureati senza impiego, difficoltà a pagare l'affitto, necessità di accettare qualsiasi proposta pur di lavorare.

Ecco lo scenario al centro della pellicola, che non a caso si apre in un'agenzia di lavoro interinale: i due soci che la gestiscono avanzano ai clienti le proposte più svariate. Chi va da loro? "Disperati è una brutta parola, ma sono tantissimi ogni giorno", ammette uno dei personaggi. Il film si sviluppa poi in tre episodi, che raccontano altrettante vicende di persone in cattive acque, costrette ad adattarsi.

La prima storia è Badante: il giovane Giacomo accetta di fare il badante senza immaginare cosa lo aspetta. Il suo assistito, Mario, è un tetraplegico volgare e cocainomane che si diletta tra donne e gioco d'azzardo. Puntando proprio sulla sua disabilità, egli si diverte a mettere in difficoltà il ragazzo costringendolo alle situazioni più grottesche. Gradualmente, però, i due si avvicinano e diventano amici. Nel secondo episodio, intitolato Cuore toro, seguiamo Italo (un altro "disperato") che fa la raccolta di sperma in un allevamento per l'inseminazione di tori. Alle prese con le avventure quotidiane del suo lavoro, il ragazzo si innamora di una commessa che ha un debole per i dottori.

Ultimo mestiere strano ne Il trucco: Alice è una truccatrice che vorrebbe entrare nello spettacolo ma, dato che il lavoro non c'è, si ritrova a fare il make-up dei cadaveri in un'agenzia di pompe funebri. Sulla sua strada incontrerà anche un boss della mafia. L'episodio del badante è certamente il più riuscito, grazie all'interpretazione scatenata di Francesco Pannofino nei panni del disabile. Tutti e tre si sviluppano all'insegna di un'ironia feroce e sarcastica, giocata su temi scorretti come l'handicap, il sesso e la morte. Ma la sceneggiatura tocca anche le corde dei sentimenti, quasi a ricordare: prima di tutto i precari sono esseri umani.

Il lavoro è sempre punto di partenza, fa da motore dell'azione e diventa la tela per disegnare una commedia classica. E' un film che affronta con agilità temi rocciosi e complessi, prende altre strade (il genere sentimentale, la parodia dei mafiosi) ma non dimentica l'obiettivo: smascherare l'equivoco della flessibilità, offrire uno spaccato sulla vita impossibile dei lavoratori di oggi.

Una commedia - come detto - ma assolutamente consapevole del potere della risata: e conscia che proprio con la risata si possono dire le cose più serie, analizzare i problemi più gravi. "Cerca il ridicolo in tutto e lo troverai", diceva lo scrittore francese Jules Renard. E infatti nel dramma del precariato c'è un elemento paradossale: l'assurdità di un paese che punta sui giovani a parole ma nel concreto non li aiuta, di politiche che non scoraggiano i rapporti di lavoro atipici e il loro sfruttamento. Ridicolo, appunto. E' questo l'aspetto che il film riesce meglio a cogliere e proporre al suo pubblico.

Il regista Lorenzo Vignolo lo ha spiegato intervenendo all'anteprima romana: "Spesso le storie surreali hanno un fondo di verità. A volte vediamo un operaio per strada che aggiusta un tombino sotto il sole: se ci pensiamo un attimo capiamo che, quando torna a casa, anche quell'uomo ha la sua vita e le sue ambizioni. Per questo abbiamo fatto il nostro film".

(Workers - Pronti a tutto - Italia 2012 - Regia: Lorenzo Vignolo - Durata 105'- Distribuzione Istituto Luce)