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Centinaia di persone hanno manifestato oggi (31 ottobre) davanti alla Camera dei deputati contro i tagli alle politiche sociali per l'iniziativa "Cresce il welfare, cresce l'Italia" promossa da una cinquantina di associazioni per dire no alle "sforbiciate" contenute nella legge di stabilità. C'era anche un uomo travestito da boia e una ghigliottina esposta a Piazza Montecitorio per simboleggiare i tagli al welfare che affamano i servizi sociali.
"Welfare pericolo estinzione", "Conti a posto, miseria pure" si legge sui cartelli impugnati da tanti disabili e dai loro familiari, che protestano contro il taglio delle indennità di accompagnamento, la riduzione delle diagnosi di gravità e la compartecipazione alle spese che i Comuni chiedono ai disabili.
Le associazioni chiedono il rilancio delle politiche sociali e il rifinanziamento dei relativi fondi, sottolineando come se "nel 2008 lo stanziamento era di 2.526 milioni di euro, nel 2013 sarà di appena 200 milioni". In mattinata sono stati organizzati flash mob in alcune piazze romane, e una delegazione è stata ricevuta in queste ore alla Camera.
"Contestiamo tutta la politica di questi anni - spiega un attivista di Cittadinanzattiva - avviata dal governo Berlusconi e purtroppo portata avanti dall'esecutivo Monti". E dalla piazza si solleva un coro unanime per chiedere al governo del Professore di rimettere in moto una politica di investimenti nel sociale che generi lavoro, solidarietà, coesione, sostegno alle fasce economiche piu' povere".
"Sapete bene - afferma il segretario del Pd Pier Luigi Bersani in un messaggio inviato ai manifestanti - che il Partito democratico non ha mai accettato il ridimensionamento del welfare operato dal precedente Governo e che nei nostri documenti è ben chiaro la funzione del welfare come fattore di sviluppo e coesione sociale. La cifra del nostro impegno a sostegno del Governo Monti è in quel nesso inscindibile tra rigore, crescita ed equità che ancora fa fatica a trovare conferma nelle scelte concrete".
"È per questo - conclude - che proprio in queste ore siamo impegnati a modificare una legge di stabilità che rappresenta un nuovo attacco alle difficili condizioni di vita di tante persone e di tante famiglie. Non si può immaginare di operare risparmi per lo Stato riducendo i servizi essenziali alle persone, la sanità, la scuola, il welfare.