È tempo di aprire una vertenza nazionale sull'università italiana per ricostruirne "i paradigmi di senso", "a partire da una Costituente che ne definisca la missione per il XXI secolo, e per le generazioni future". Con queste parole Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil, ha aperto i lavori dell'assemblea nazionale sull'università del sindacato. L'appuntamento ha avuto inizio a Cosenza il 23 gennaio, presso l'ateneo della Calabria di Arcavata, e si chiuderà mercoledì 24 pomeriggio con l'intervento di Susanna Camusso.

Nella sua relazione introduttiva ai lavori, Francesco Sinopoli ha colto la condizione di acuta sofferenza in cui versa l'università italiana, colpita in questi anni da una forte deprivazione di risorse (mentre in Germania e Francia, ad esempio, si aumentavano i fondi), da una generale precarizzazione del lavoro, soprattutto nella ricerca e da un'assenza di prospettive strategiche per il futuro.

In particolare, il dirigente sindacale ha sottolineato come in questi anni abbia pesato l'enorme riduzione delle immatricolazioni, dovuta all'innalzamento delle tasse che ha impedito a centinaia di migliaia di studenti della classe media impoverita di partecipare alla formazione universitaria.

"Inoltre – ha proseguito l'esponente Cgil – si è approfondita la frattura tra atenei del Nord e atenei del Mezzogiorno, in virtù di uno sciagurato sistema di valutazione messo in atto dall'Anvur, che ha premiato università già ricche e potenti, e ha devastato quelle del Sud, con l'effetto di una migrazione intellettuale di massa, verso Nord, che ricorda gli anni Sessanta e Settanta. Sono ormai più di 25.000 ogni anno gli studenti del Meridione che vanno a immatricolarsi in atenei del Settentrione. E ciò è un evidente freno per lo sviluppo dell'intero Mezzogiorno, poiché gran parte di essi difficilmente vi faranno ritorno".

"Dinnanzi a questo ennesimo allarme sulla condizione universitaria del nostro Paese - ha ribadito Sinopoli –, che va ben oltre le disuguaglianze tra Sud e Nord, è necessario avanzare politiche di riforma dell'intero sistema universitario, che sappiano, come accade in altri paesi europei, offrire qualità dell'insegnamento e accesso universale, condizioni di lavoro e di ricerca basati su standard europei, ponendo fine alla piaga del precariato, e soprattutto fare in modo che la maggiore spesa pubblica per l'università non sia dettata da vincoli di bilancio, ma assuma una sua precisa centralità, assieme al finanziamento che spetta all'intero sistema dell'istruzione nazionale, che va rimpinguato di risorse".

"Il messaggio da Cosenza è il seguente - ha concluso Sinopoli -: noi vogliamo ricostruire i paradigmi di senso dell'università, a partire da una Costituente che ne definisca la missione per il XXI secolo, e per le generazioni future. Questo è il compito storico e politico che vogliamo assegnare alla Flc, consapevoli che è giunto il momento di una svolta vera ed efficace. Pertanto, occorre riportare la riforma del sistema dell'istruzione e dell'università nell'alveo dei diritti e dei doveri prescritti dalla Costituzione, articoli 3, 33 e 34, perché sappiamo che se non si apre una più generale vertenza nazionale per l'istruzione, l'università e la ricerca nel nostro Paese, andremo poco lontano. Tutti".