A Chioggia una concessione balneare intitolata a Mussolini. Siamo alla follia. Questo nostro Paese è assolutamente straordinario e tollerante, quando lo vuole. Anche nei suoi paradossi. Un imprenditore si sveglia la mattina e intitola la sua concessione balneare al dittatore che ha messo in ginocchio ed ha affossato l'Italia dalle fondamenta, distruggendo il tessuto sociale e provocando una bruciante frattura nel Paese.

Se le ragioni storiche non bastano, almeno questa volta devono essere applicate le ragioni giuridiche. Visto che l'apologia del fascismo nel nostro Paese è un reato (lo dice la nostra Costituzione), allora non è proprio possibile che un pezzo del territorio italiano sia affidato in concessione a un fascista. Si levi a quel fascista, la concessione, anche se è un burlone. E la si affidi a qualche altro imprenditore. Semplice. Non voglio, come cittadino italiano, che un fascista possa guadagnare sfruttando il territorio della Repubblica democratica italiana.

Penso poi ai clienti di quello stabilimento. Loro – per avere ordine e pulizia e disciplina – forse sono compiaciuti nel vedere l'immagine di Benito Mussolini. E non si scandalizzano di leggere parole come “camere a gas", mentre lappano un gelato sotto il sole estivo del nostro litorale. Ognuno è libero di fare e dire quello che crede, diranno loro. In realtà non è esattamente così. E comunque, se questi piccoli balilla balneari possono stare in uno stabilimento fascista, senza provare vergogna, sotto le effigi di Mussolini, sotto i fasci littori e le frasi idiote del regime, in fondo è proprio perché nel nostro Paese ha vinto la democrazia. Ma loro ne abusano e la vilipendono.

Diciamocela giusta. Spiace anche continuare a ricordarla questa vicenda, se non fosse che vale sempre la pena ribadire che il nostro Paese e la sua Costituzione sono antifascisti e che per questo – per la nostra libertà – sono morte migliaia di persone innocenti e il nostro Paese è rimasto per anni in una dimensione quasi feudale. Certo, questa è una grande operazione commerciale.

Ci stupisce e ci ferisce soprattutto perché le cittadine e i cittadini di Chioggia e Sottomarina non si meritano tutto questo. Soprattutto per la loro gloriosa storia antifascista e di resistenza. Mai abbassare la guardia. Mai banalizzare. Mai fare finta di nulla. Reagire è un dovere. Sempre, anche sotto l'ombrellone. Come sempre: Viva la Costituzione. Viva la Resistenza. E soprattutto abbasso l'idiozia.

Enrico Piron è segretario generale della Camera del lavoro metropolitana di Venezia