Danilo Barbi ha concluso l'iniziativa di presentazione del 13° Rapporto sui diritti globali. "Questi dati ci ripropongono questioni immense – ha detto il segretario confederale della Cgil –, a cominciare dalla grande crisi che stiamo vivendo. Molti numeri del rapporto producono indignazione, ma la crisi è un luogo ambivalente e uno dei problemi è quello di penetrare la complessità. Il rapporto parte dalla vicenda greca, dove si dimostra che un mandato popolare, dato a un governo con la vittoria alle elezioni non è stato sufficiente. Tsipras ha portato a casa l'abbattimento del debito alleandosi con il Fondo monetario internazionale; un autentico paradosso, se si pensa che c'era il parere contrario di Usa, Cina e di molti paesi dell'Unione europea".

"Altro tratto della complessità – ha continuato il dirigente sindacale –, il nuovo disordine mondiale, dove il tema ambientale gioca un ruolo preponderante. Il calo della produzione e il rincaro del prezzo del petrolio ha portato una grande spinta verso le energie rinnovabil: è un paradosso, ma è dovuto proprio alla crisi. L'Isis ha un suo programma economico, il cui punto principale è proprio riacquistare il controllo del prezzo del greggio. Per oltre quarant'anni, l'economia occidentale si è costruita sul controllo del prezzo del petrolio e sulla sua trasformazione in dollari. L'attuale crisi è una destabilizzazione di tutto ciò, che inevitabilmente causa delle contraddizioni e porterà a un mondo diverso da quello che conosciamo, che potrà essere migliore, ma anche assai peggiore".

"Il rapporto fa discutere per i suoi dati – ha sottolineato ancora l'esponente Cgil –: da noi, il tetto del contante modifica norme precedent,i e nel caso del superamento della tracciabilità per le merci trasportate, si tratta di un regalo alle mafie, perchè vuol dire che nel settore dell'autotrasporto, attraversato dall'illegalità, puoi pagare in contanti. Il nuovo disordine mondiale è anche questa ambivalenza di cause ed effetti".

"Per quanto riguarda le materie prime energetiche e il modello di sviluppo nelle aree di guerra – ha concluso Barbi –, qualcuno ha usato la categoria degli imperialisti solidali, in quanto gli Usa sostengono economicamente e commercialmente sia l'Europa che la Cina: ma quanto può durare ancora? Il disordine mondiale interessa da vicino l'Ue e pone la questione dell'austerità: l'Unione costa troppo sul piano delle politiche sociali, del welfare, ma nello stesso tempo è il soggetto che esporta più di tutti e quindi se ne deduce che è tuttora l'area più ricca del mondo, in termini di economia pro capite. Ma se noi siamo in surplus, qualcuno sarà in deficit, e oggi l'Europa è una potenza che produce disordine e ciò contribuisce alla destabilizzazione. Qualcuno cerca di risolvere tutto innalzando muri e srotolando fili spinati per difendere tale primato, ma per migliorare le cose ci vuole il contrario: una politica di tolleranza e rispetto reciproco, che contribuisca a far sorgere un mondo migliore. C'è da fare una battaglia politica e culturale, questa almeno è la volontà e l'intenzione della Cgil. La nostra è un'epoca che non ha bisogno di eroi, e il disordine mondiale si può cambiare, ma per farlo c'è bisogno di politiche economiche diverse, che si oppongono alle multinazionali e alla grandi banche Ue globalizzate, che finora hanno dominato incontrastate, e che si battano a favore di tutti i popoli, non solo dei cittadini più ricchi, com'è avvenuto finora".