Il 9 settembre, dalle ore 9, presidio di solidarietà in via Magliocco, nei confronti dei lavoratori dell'Ubis, che lo stesso giorno incroceranno le braccia contro l'esternalizzazione dell'azienda. Anche a Palermo le segreterie territoriali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin esprimono solidarietà ai lavoratori di Ubis (Unicredit business integrated solution) società del gruppo Unicredit, che hanno deciso di scioperare contro l’ennesima cessione di attività e di lavoratori. Una parte del gruppo sarà ceduta a una interbancaria, la Sia, società partecipata della Cassa depositi e prestiti.

Questa volta a essere interessati sono i lavoratori che si occupano della gestione informatica delle 'carte'. Ma in questi ultimi anni centinaia e centinaia sono stati i colleghi coinvolti da processi di esternalizzazione, che - secondo i sindacati dei bancari palermitani - non hanno portato i risultati economici che Unicredit dichiarava di volere raggiungere, ma che hanno determinato, invece, un impoverimento professionale e occupazionale nel territorio siciliano e palermitano, con ricadute pesanti.

“Esprimiamo preoccupazione per la strategia seguita da questo gruppo, basata quasi esclusivamente sul taglio di attività lavorative e contenimento dei costi, in particolare del costo del lavoro, senza cercare d'incrementare i margini di redditività e senza, come nel caso di Ubis, tagliare le numerosissime e onerose consulenze esterne – affermano Carmelo Raffa di Fabi, Mimmo Crivello di First, Elia Randazzo di Fisac Sicilia, con delega su Palermo, Giuseppe Gargano di Uilca –. In relazione a ciò, preoccupano le affermazioni del nuovo ad, Jean Pierre Mustier, che ripropone per il prossimo piano industriale di Unicredit la stessa ricetta di tagli, con cessioni di filiali e di partecipazioni (Fineco, Pioneer, Pekao ecc.).

"Insomma, un piano 'lacrime e sangue', sempre e solo per i lavoratori. Tutto questo, in un settore come il nostro, in cui il premier Renzi, in maniera improvvida, dichiara esuberi pari alla metà del personale attuale. Questa politica di Unicredit, a nostro avviso, può determinare conseguenze perniciose dal punto di vista sociale, economico e occupazionale, soprattutto nel nostro territorio, che è debole, dove ancora conta il rapporto tra operatore bancario e cliente, e le ripercussioni sono più forti che in altre parti d'Italia”, concludono i sindacati di categoria.