"Quella degli appalti di servizio è, accanto a quella dei lavori pubblici, una partita fondamentale che stiamo cercando di affrontare al tavolo provinciale per gli appalti. Da lì dovranno uscire risposte certe per i lavoratori e le aziende sane. In particolare il nodo centrale è quello di predisporre bandi e capitolati in grado di premiare le aziende virtuose, ossia quelle che non attuano ribassi eccessivi che si scaricano sulla qualità del servizio o sulle lavoratrici e sui lavoratori". E quanto dichiara Paolo Burli, segretario generale della Cgil del Trentino.

"Per questo motivo - spiega - oltre a chiedere l'applicazione in Trentino delle nuove direttive europee in materia, anche prima della loro adozione a livello statale, stiamo lavorando per dare piena attuazione agli atti di indirizzo e al protocollo d'intesa, siglati in provincia rispettivamente del 2010 e del 2013. Si tratta in pratica di stabilire fin dal bando di gara e dai suoi capitolati, norme stringenti per l'applicazione di condizioni economico e normative non inferiori ai contratti di riferimento".

"In questo modo, vengono fatte salve le norme relative ai trattamenti salariali previsti dei singoli contratti collettivi che le intese provinciali individuano come riferimento per gli ambiti specifici, con meccanismi di salvaguardia per le condizioni di miglior favore. In pratica, le aziende non potranno fare dumping contrattuale per vedersi affidato un appalto in Provincia. Abbiamo già fatto notevoli passi in avanti nel confronto del tavolo degli appalti ed ora stiamo provvedendo ad aggiornare l'elenco dei contratti collettivi di riferimento".

"Quando le intese verranno definitivamente concordate al tavolo appalti, dovremo fare in modo che si applichino a tutti i bandi della centrale unica prevista dalle legislazione nazionale e, se questa non partisse, non solo ad Apac, ma anche a tutti gli enti locali".

"Inoltre, abbia reso certe le clausole sociali, ossia i diritti alla riassunzione dei lavoratori occupati nell'appalto precedente, previste dai contratti collettivi nazionali, che oggi potevano anche non essere applicate visto che i contratti non venivano citati. Stiamo infine cercando di estendere meccanismi di tutela dei lavoratori anche ai contratti che non prevedono espressamente una clausola sociale e dovremo ragionare con le associazioni datoriali per agire con più forza su questo fronte, anche a partire dalla contrattazione territoriale", conclude Burli.