"Siamo convinti che le liberalizzazioni devono prevedere e contenere regole che evitano il dumping sociale e contrattuale. Siamo contrari alla giungla dei trattamenti economici e normativi in cui spariscono diritti e condizioni base della competizione, la quale sarebbe giocata unicamente sul costo del lavoro. Per questa ragione riteniamo necessario che la competizione, a partire dalle attività ferroviarie, debba poggiare sulla qualità dell’offerta dei servizi e non sulla assenza di contratto di riferimento. Inoltre il governo è tenuto a svolgere un ruolo decisivo per il rinnovo del Ccnl della mobilità, che è bloccato da anni a causa delle difficoltà legate alle risorse e ad assurdi veti incrociati". È quanto affermano Filt, Fit e Uiltrasporti del Veneto in una lettera aperta al governo

"L’Autorità dei trasporti – continuano le tre sigle – è strumento indispensabile per la regolazione e il controllo per l’accesso a condizioni eque e non discriminatorie dei soggetti economici. Riteniamo che non sia accettabile la creazione di questa Autorità con competenze e attribuzioni sproporzionate. Siamo convinti assertori che gli atti di indirizzo spettino alla politica e che non si possa procedere, senza e contro i diritti delle Istituzioni locali, che in molti casi, nella nostra Regione, hanno garantito buoni servizi a prezzi socialmente sostenibili".

Secondo Filt, Fit e Uulitrasporti, "il decreto proposto è inoltre mancante di adeguate misure anticicliche per la crescita e lo sviluppo. Da un lato non si indicano soluzioni di riforma del sistema che favoriscano l’integrazione delle aziende, delle reti, dei servizi privilegiando invece le privatizzazioni tout court che alienano il patrimonio pubblico; dall’altro non si mettono risorse sufficienti e necessarie al ripristino dei servizi universali di trasporto pubblico locale e ferroviario tagliati in questi ultimi due anni. In questa situazione abbiamo purtroppo rilevato che le soluzioni per l’autotrasporto, dopo i blocchi dei tir sulla rete autostradale, e per i tassisti sono ancora soluzioni estemporanee e provvisorie che non permettono di vedere un quadro di regole che punti alla riforma dell’autotrasporto favorendo il riordino del settore, premi la crescita dimensionale dell’impresa, fissi maggiori controlli e regole a partire dalla grave situazione del cabotaggio internazionale. La violazione diritti, regole, contratti è estesa in tutti i settori del trasporto liberalizzati ( aereo, portuale, marittimi, viabilità, autonoleggio, viabilità) che si rende irrinunciabile assumere come centrale il lavoro e le clausole sociali a garanzia della qualità dei servizi offerti all’utenza".

"Riteniamo – concludono i sindati dei trasporti del Veneto – che la complessità e la gravità della situazione meriti l’apertura immediata di un confronto di merito con le organizzazioni sindacali, tenuto conto che il prezzo di scelte sbagliate sono pagate pesantemente dai lavoratori. Pensiamo che si debba procedere ad una revisione profonda delle scelte di fondo indicate dal governo, che permetta al sistema dei trasporti di passare da problema a risorsa per il paese come avviene negli altri grandi paesi europei. Confidiamo che si voglia operare perché i trasporti diventino un parte fondamentale della ripresa dell’asfittica economia italiana".