Per ora c’è lo stato di agitazione, ma sono tutti pronti a una mobilitazione più incisiva. Per i mille dipendenti di Tiscali molto dipenderà dall’incontro di oggi (giovedì 12 gennaio) a Cagliari tra azienda, Rsu e sindacati. Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno lanciato l’allarme per le prospettive della società, chiedendo un intervento anche al presidente della Regione Pigliaru, perché “in gioco c’è il futuro del patrimonio industriale e tecnologico di una delle aziende più importanti della Sardegna”.

Tiscali, fondata nel 1998 dall’ex presidente della Regione Renato Soru e controllata dal febbraio 2016 da un fondo russo, rischia - spiegano i sindacati - di “sgretolarsi, disperdendo il suo know how e le professionalità dei dipendenti, protagonisti dei processi innovativi che hanno portato l’azienda sarda nel panorama internazionale di settore”. A questo si unisce il rinvio del pagamento degli stipendi di questo mese, annunciato con lettera formale alle rappresentanze sindacali, e il ritardo dei versamenti contributivi di alcuni mesi, che risultano però regolarmente trattenuti nelle buste paga.

Dopo le operazioni finanziarie e industriali portate avanti nel 2016 dall’amministratore delegato Riccardo Ruggiero, pochi mesi dopo un accordo sul contratto di solidarietà, e in seguito alle voci insistenti su altre cessioni di rami d’azienda, l’attenzione dei sindacati a tutti i livelli ha superato la soglia di guardia. “Non possiamo accettare che l’azienda venga destrutturata e siano messi a rischio i livelli occupazionali”, scrivono Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil.

A preoccupare è anzitutto l’accordo commerciale con Fastweb, che ingloba - insieme a 50 dipendenti - clienti, divisione Business e gestione dell’appalto milionario vinto da Tiscali per la fornitura dei servizi di connettività alle pubbliche amministrazioni. E c’è, anche se è ancora in via di definizione, l’affitto per sette anni delle attività legate al reparto Information Tecnology, con i suoi 170 dipendenti, alla neonata Engineering Sardegna srl, piccola creatura della multinazionale dell’ingegneria informatica Engineering spa.

“Sono queste le poche informazioni ufficiali, sulle quali sono in corso trattative” spiegano i sindacati: “Poi ci sono le tante indiscrezioni, alimentate anche dall’assenza di chiarezza che ha contraddistinto sinora le relazioni industriali. Come il futuro di progetti speciali come Streamago che, se venissero confermate le richieste avanzate agli ingegneri informatici affinché scelgano di seguire il progetto o magari restare al customar care Tiscali, andrebbero incontro a una cessione di ramo d’azienda”.

Tutte ragioni che hanno messo in allarme lavoratori e sindacati che chiedono all’azienda un chiarimento sulle prospettive, anche in riferimento alle ultime due aree pregiate rimaste in Tiscali, i servizi di rete e il customer care, ai quali lavorano circa 700 persone. “Non vorremmo – concludono Slc, Fistel e Uilcom - che anche su questi pezzi il management aziendale avesse pronti i suoi programmi di cessione”.