“I patronati sono l’elemento essenziale per far funzionare la pubblica amministrazione. Lo Stato dovrebbe esserci grato per quello che facciamo”. E invece, al contrario, il governo torna ad usare l’accetta. Dai microfoni di Radioarticolo1, Morena Piccinini, presidente dell'Inca Cgil, torna a denunciare l'effetto dirompente che i tagli contenuti in legge di stabilità avranno sui patronati e, quindi, di riflesso, su milioni di cittadini. 

"Il taglio al fondo pubblico per i patronati è stato l’anno scorso di 35 milioni strutturali dal 2015 in poi. Ora se ne aggiungono altri 48 che dopo tutte le proteste dei patronati e dei sindacati confederali ora sono stati ricondotti a 28. Parliamo comunque sempre di 63 milioni. E se le cose dovessero rimanere così, vuol dire che solo l’Inca perderebbe tra i 12 e i 13 milioni", ha detto la presidente dell'Inca.

Così viene "rimessa in discussione la funzionalità interna e saranno inevitabili pesanti ricadute sui cittadini", ha avvertito ancora Piccinini. “Te la faranno pagare” è infatti lo slogan scelto per la campagna nazionale contro i tagli del governo. Ma non ci sono solo i tagli brutali - ha precisato ancora la dirigente del patronato Cgil - C’è una precisa scelta politica da parte del governo. “Non si vuole fare solo cassa. Accanto al taglio ai patronati c’è un altro messaggio – ha spiegato ai microfoni di Radioarticolo1- i patronati si facciano pagare come i commercialisti e i liberi professionisti. Viene cioè rimessa in discussione l’attività gratuita che i patronati svolgono, la natura universalistica del servizio offerto ai cittadini. Vi diamo meno soldi , ma fatevi pagare la prestazione. Fatevi pagare quello che avete finora fatto gratis. Il governo Renzi ha fatto una precisa scelta culturale. Fuori dal diritto universale, solo prestazioni a pagamento.

Ma c’è anche un altro elemento di fondo che, secondo Piccinini, rende illegittima, oltre che violenta la scelta del governo. “Il fondo per i patronati – ricorda la presidente dell’Inca - viene costituito attraverso un prelievo, seppur minimo, dalle buste paga dei lavoratori. Il taglio deciso dal governo, oltre a non apportare un maggior vantaggio al cittadino, rischia di trasformarsi in un vero e proprio furto. Perché la contribuzione non si riduce. E quei soldi dove andranno? Usati per giustificare i tagli della spending review. Altri 28 milioni sono iscritti nel bilancio risparmi del Ministero del lavoro. Ma siamo di fronte ad un uso improprio dei contributi dei lavoratori. Totalmente illegittimo”.

Per rispondere a questa ingiustizia è partita una grande azione di mobilitazione in tutta l’Italia, sia come Inca, sia come Cepa, ovvero tutti i patronati di tutti i sindacati. Anche le tre confederazioni sono mobilitate a tutti i livelli territoriali e in questi giorni si stanno moltiplicando gli incontri con i parlamentari che sempre secondo Morena Piccinini, si stanno dimostrando consapevoli della posta in gioco. "Il governo continua però ad attaccare i patronati perché vuole lasciare il  cittadino da solo in un mercato senza regole - conclude la presidente dell'Inca - Ma si sta facendo un errore gravissimo, anche perché “noi siamo complementari alla pubblica amministrazione”.