Agosto, tempo di vacanze. L’estate è entrata nel vivo già da qualche settimana, e come ogni anno, milioni di italiani si stanno riversando nelle strade per raggiungere le località estive. Traffico da bollino rosso non solo sulle autostrade, ma anche sulle strade provinciali, che con ben 130 mila km compongono il 70% della rete viaria nazionale. Pur essendo la quasi totalità della rete stradale italiana, la situazione nella quale versano le strade provinciali, purtroppo, non è delle migliori. 

A causa delle scarse risorse a disposizione delle province e delle città metropolitane, gli investimenti nella viabilità sono calati del 60% in dieci anni, riducendosi a 600 milioni di euro nel 2015. Uno scenario complicato anche dal processo partito con la legge Delrio di ‘cancellazione’ delle province e dal prelievo annuale sulle entrate, che lo stato ha imposto a questi enti, impedendo di fatto il finanziamento dei servizi locali, tra questi la viabilità. Il risultato? Strade in dissesto, buche, scarsa segnaletica sono spesso conseguenza di questi ‘tagli’, che tolgono quelle risorse fondamentali che servono a garantire l’idoneità del manto stradale e la sicurezza degli automobilisti, rendendo così impossibile il poter sostenere e garantire un servizio cruciale ai cittadini.

Una situazione di dissesto non solo economico ma anche ‘stradale’, che si aggrava con una scelta vessatoria. A marzo di quest’anno è entrata in vigore la legge che introduce il reato di omicidio stradale: una norma di civiltà, ma che contiene una falla evidente. Corre infatti il rischio di essere imputato di questo reato anche chi è addetto alla manutenzione delle strade. Manutenzione difatti impossibile in ragione dei tagli drastici.

Reportage: Le strade di Enna Video | Foto

Si potrebbe portare all’ennesima potenza una situazione già vista in Sicilia. Il caso di M.S., un cantoniere della provincia di Palermo, al quale è stata contestata la mancata vigilanza, a seguito di una frana avvenuta in un tratto di strada provinciale. In oltre vent’anni di servizio ha potuto testare in prima persona, anno dopo anno, gli effetti dei tagli alle risorse, dall’esser costretto ad utilizzare la propria auto come mezzo di servizio, fino al dover pagare di tasca propria la benzina per il decespugliatore. Una situazione di grande disagio lavorativo che si manifesta immancabilmente nella difficoltà nel compiere le proprie mansioni.

Serve una soluzione il prima possibile, una soluzione che possa garantire l’integrale copertura dei servizi ai cittadini, e tutelare la dignità di chi ogni giorno lavora nella viabilità senza le risorse necessarie. Sono necessari investimenti, partendo dal ripensare complessivamente il sistema di finanziamento delle funzioni fondamentali delle Province. 

Nel frattempo, nelle giornate da bollino rosso, guidate con prudenza e occhio alle buche.