Si è svolto questa mattina, presso la sede della Cgil nazionale in corso d’Italia, l’incontro tra i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo e i segretari generali di categoria Fisac, First, Uilca Agostino Megale, Giulio Romani e Massimo Masi per fare il punto e valutare la situazione del settore bancario. "In particolare - si legge in una nota ., si è fatto riferimento alla sua dimensione europea, alla necessità che il Paese mantenga alto il profilo europeista e che il sistema bancario torni ad esprimere appieno il proprio ruolo costituzionale di sostegno alla crescita, attraverso la tutela del risparmio e l’attuazione di responsabili politiche creditizie al servizio del Paese, anche alla luce del recente accordo sottoscritto tra le tre confederazioni e Confindustria".

La discussione ha posto, in questo ambito, l’accento, anche e non solo, sul rapporto tra credito e mezzogiorno, con particolare riferimento agli investimenti e all’occupazione. "Pertanto - prosegue il comunicato -, assieme alle confederazioni, verranno individuate iniziative unitarie per porre al centro del dibattito i temi del risparmio e del credito alle imprese e alle famiglie, a supporto di uno sviluppo equilibrato e sostenibile".

Fermo restando l’accordo sulle relazioni industriali in Abi del 24 ottobre 2011, da estendere agli altri comparti della categoria, a conclusione dell’incontro, nel valorizzare il lavoro unitariamente svolto negli anni più duri e più difficili della crisi, "si è concordato di rilanciare un patto per l’unità fra i tre sindacati confederali. Un patto che, partendo dai valori della solidarietà e da una visione di società ampia e inclusiva,  sia in grado di sostenere l’iniziativa unitaria di tutti i sindacati del settore, definendone le regole e individuando le migliori soluzioni per affrontare il tema della rappresentanza nel mutato contesto organizzativo delle aziende e dei gruppi bancari, all’interno dei quali la rappresentatività delle organizzazioni sindacali nel loro complesso continua ad essere superiore al 75% dei lavoratori".